Anno 2024 Approfondimenti

Alle radici del counseling: filosofia e cura di sé

La redazione intervista Mario D'Angelo

Alle radici del counseling: filosofia e cura di sé

Evoluzioni ha il piacere di conversare con Mario D’Angelo, docente di linguistica e filosofia del linguaggio all’Università di Padova e counselor filosofico esistenziale, nonché membro del Comitato scientifico di AssoCounseling. Mario si sta dedicando alla stesura di un saggio sui tratti del counseling che affondano le radici nel terreno della filosofia. Questa intervista segna l’inizio di una serie di articoli che intendono esplorare l’epistemologia e i riferimenti teorici e culturali della relazione d’aiuto, offrendo una visione più ricca e multidisciplinare possibile sul tema della nostra disciplina.


Rivista Evoluzioni: Mario, sappiamo che hai in cantiere un articolo in cui vai a esplorare le radici filosofiche del counseling. Puoi anticipare qualcosa ai nostri lettori?

Mario D’Angelo: Volentieri. Sto lavorando a un articolo che esplora le radici non psicologiche del counseling, concetto già discusso all’interno del comitato scientifico di AssoCounseling. Prendo, infatti, spunto dal lavoro offerto da Alessandra Cosso durante i Tavoli tematici e dal libro di Alessandra Benedetta Caporale, Essere Counselor (Caporale, 2022), contributi che sottendono a un certo modo di concettualizzare il counseling e la sua pratica. Nell’articolo andrò a toccare aspetti quali la cura di sé, gli “esercizi spirituali” come sono stati concettualizzati da Hadot, da Foucault e da Nussbaum, e il ruolo fondamentale che ricopre l’alfabetizzazione valoriale nella crescita del singolo e della società.

RE: Prima di esplorare in dettaglio, vuoi dirci qualcosa prima sul tuo percorso?

MD’A: Sono laureato in filosofia e ho avuto la fortuna di poter insegnare fin da subito storia e filosofia al liceo. Collaboro, inoltre, come docente di linguistica e filosofia del linguaggio presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova. Ho seguito un percorso quadriennale di formazione in counseling esistenziale secondo l’approccio della logoterapia e analisi esistenziale di Viktor Frankl al CISSPAT di Padova. Qui ho sviluppato un interesse per l’integrazione tra logoterapia e filosofia, specialmente nell’aspetto pratico della filosofia applicata alla cura di sé e alla ricerca di senso. Attualmente, oltre all’insegnamento sia al liceo e all’Università, pratico il counseling filosofico esistenziale e sono membro del comitato scientifico di AssoCounseling.

RE: Qual è concretamente il rapporto tra la filosofia e il concetto della cura di sé, cui hai appena accennato?

MD’A: La nozione di “cura di sé” è profondamente legata al famoso precetto inciso all’ingresso del tempio di Apollo a Delfi: “Conosci te stesso”. Questo concetto, così caro a Socrate, sottolinea l’importanza dell’autoconoscenza, come fondamento per vivere una vita virtuosa e significativa. La cura di sé, infatti, è tutt’altro che un atteggiamento individualistico: l’aver cura di sé implica necessariamente anche l’aver cura dell’altro. Consideriamo la prospettiva di Rogers: è il cliente a essere ritenuto la persona più competente, che possiede intrinsecamente le risorse, la volontà e la capacità di autodefinirsi e autodeterminarsi, e il counselor agisce come facilitatore di questa competenza. Non è forse questo un processo maieutico?

RE: Cosa sono per te le “pratiche spirituali” e quale valore hanno nella filosofia esistenziale?

MD’A: In primo luogo, permettimi di qualificare il termine “spirituale”, per maggiore chiarezza: sono esercizi che coinvolgono l’intera persona, non limitandosi all’intelletto, ma estendendosi ai sentimenti, alla progettualità, all’etica e all’azione. Sono pratiche radicate nella filosofia greco-ellenistica e promosse da filosofi quali Hadot e Foucault, che considero essenziali per una cura di sé completa che includa anche la cura dell’altro. Ci insegnano a far uscire, per così dire, la filosofia dall’accademia, dalle aule liceali e universitarie, e a farla entrare nella vita di tutti i giorni, sia di chi coltiva questi esercizi, sia di chi vuole eventualmente mettersi a disposizione degli altri, in ascolto degli altri, in una relazione di aiuto con gli altri.

RE: Puoi darci qualche esempio concreto?

MD’A: Un esercizio che propongo spesso è quello della scrittura autobiografica. Aiuta gli individui a dare senso alle loro esperienze passate e presenti, cercando un filo conduttore che dia significato alla loro vita. Attraverso la scrittura, le persone possono esplorare le proprie storie, comprendendo come sono diventati ciò che sono ed esplorando chi vorrebbero essere. Oppure, se vogliamo prendere spunto dalla tradizione stoica, la premeditatio malorum: si immagina che lo scenario temuto si sia avverato e da lì ci si prepara mentalmente alle sfide. Ho ideato un esercizio simile, che ho chiamato: “I miei Lager”, con riferimento all’esperienza di Viktor Frankl nei campi di concentramento. È un invito a confrontarsi con situazioni estreme, in cui si presume che non ci sia via di scampo, per scoprire cosa resta possibile fare per dare senso alla propria vita, anche nelle circostanze più disperate, per far emergere la capacità di trovare significato e valore in ogni situazione, per gettare le fondamenta di una vita guidata da obiettivi che abbiano per noi un senso profondo, indipendentemente dalle circostanze esterne.

RE: Quale ruolo hanno i valori e quella che chiami “alfabetizzazione valoriale” nel tuo approccio?

MD’A: I valori sono le fondamenta su cui costruiamo la nostra esistenza. Sono i principi guida che orientano le nostre scelte, le nostre azioni e le modalità con cui interagiamo con gli altri. Sono infatti i valori che, in ultima analisi, conferiscono significato e direzione alla nostra vita. Nel mio modo di intendere il counseling filosofico, l’alfabetizzazione valoriale ricopre un ruolo centrale nel riconoscere e verbalizzare i propri valori, riflettere su come questi influenzino le nostre vite e infine nel trovare modi per realizzarli. Le azioni guidate dai valori sono intrinsecamente motivate e finalizzate, non semplicemente un risultato meccanico di cause esterne. I valori non sono colti dall’intelletto ma dal sentimento, dal sentimento intenzionale, sono “sentiti”.

RE: Come può il counseling filosofico venire incontro al disagio esistenziale?

MD’A: Come dicevo, ho iniziato a insegnare poco dopo la laurea e mi è capitato tra le mani il fortunato libro di Lou Marinoff, Platone è meglio del Prozac. Lì ho capito che la filosofia poteva essere qualcosa di più della teoria; poteva anche trasformarsi in consulenza filosofica. Marinoff, in quel libro, cita Frankl, il quale ci insegna che la crisi esistenziale, il vivere un disagio esistenziale, non è di per sé una malattia. È, appunto, una crisi, un disagio esistenziale che può essere affrontato con strumenti filosofico-esistenziali. Ovviamente, a me come counselor, che non sono né psicologo né psicoterapeuta, non spetta fare diagnosi. Tuttavia, la scommessa è che una persona, che non sa perché fa quello che fa, abbia le risorse per scoprire, grazie al dialogo, il perché e in base a quali valori.

RE: Per finire, potresti darci qualche consiglio per la lettura?

MD’A: Se siete interessati a scoprire come gli antichi filosofi si allenavano mentalmente non potete lasciarvi scappare Esercizi spirituali e filosofia antica di Pierre Hadot. Per quanto riguarda Viktor Frankl consiglio ovviamente: Uno psicologo nei lager, forse la sua opera più famosa, oltre a Senso e valori per l’esistenza, e la sua introduzione alla logoterapia in Logoterapia e analisi esistenziale.
Su Frankl e sull’avere cura di sé, segnalo il lavoro di Daniele Bruzzone Ricerca di senso e cura dell’esistenza. Altre letture che consiglio vivamente sono: La questione morale di Roberta De Monticelli; Il metodo biografico: come formazione, cura, filosofia di Romano Madera e Aver cura di sé di Luigina Mortari.
E per coloro che volessero iniziare ad addentrarsi nel mio mondo, nel mondo del counseling filosofico ed esistenziale, un ottimo punto di partenza è costituito dal Dizionario del counseling filosofico e delle pratiche filosofiche, a cura di Nave-Pontremoli-Zamarchi, del quale ho scritto alcune voci.


Bibliografia

  • AssoCounseling (2018), Tavoli tematici AssoCounseling 2016-2018, in “Rivista italiana di Counseling”, 5(1), link.
  • Bruzzone D. (2007), Ricerca di senso e cura dell’esistenza. Il contributo di Viktor E. Frankl a una pedagogia fenomenologico-esistenziale, Erickson, Trento.
  • Caporale A. B. (2022), Essere counselor. Identità e prospettive di una professione, FrancoAngeli, Milano.
  • De Monticelli R. (2010), La questione morale, Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Frankl V. E. (1998), Senso e valori per l’esistenza. La risposta della logoterapia, Città Nuova Roma.
  • Frankl V. E. (2005), Logoterapia e analisi esistenziale, Editrice Morcelliana, Brescia.
  • Frankl V. E. (2012), Uno psicologo nei lager, Edizioni Ares, Milano.
  • Hadot P. (2005), Esercizi spirituali e filosofia antica, Einaudi Torino.
  • Madera R. (2022), Il metodo biografico: come formazione, cura, filosofia, Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Mortari L. (2019), Aver cura di sé, Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Nave L., Pontremoli P. E. & Zamarchi E. (Eds.), (2013), Dizionario del counseling filosofico e delle pratiche filosofiche, Mimesis, Milano.
Redazione

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linguaggio disobbediente

Come tutte le norme, anche quelle linguistiche sono un artefatto politico, sociale, culturale. Quella del maschile sovraesteso è una regola linguistica che di recente l’Accademia della Crusca ha definito come non discriminante. Di fronte alle norme ci sono sempre due possibilità: obbedire o disobbedire. Questo articolo vuole essere un atto intenzionale di disobbedienza grammaticale che intende ribadire – proprio con le parole – la forza dirompente del linguaggio. Come tutte le dis-obbedienze, è dis-turbante e dis-ordinante, anche percettivamente per chi legge; eppure: considerate che ogni qualvolta la piccola "ə" genera un senso di fastidio, la forma di straniamento è analoga a quella vissuta da chi appartiene a una minoranza a cui una maggioranza – sociale, politica, linguistica e sessuale – impone, nel nome della regola, dell’estetica o della leggibilità, l’adeguamento come normale. E come l’obbedienza a un ordine continui ad essere una virtù.


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Jhumpa Lahiri

Jhumpa Lahiri è una scrittrice di fama mondiale, nota per le sue opere sull'esperienza degli immigrati, in particolare degli indiani orientali. Ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa con la sua prima raccolta di racconti, 'Interpreter of Maladies'. Nel suo libro bilingue 'In Other Words', originariamente scritto in italiano, Lahiri esplora il travagliato processo che ha affrontato per esprimersi in una nuova lingua.


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code-switching

Il code-switching, o commutazione di codice, è il passare fluidamente da una lingua a un’altra all’interno del discorso di uno stesso parlante. Può riflettere la volontà di esprimere un'identità culturale, di adattarsi a un gruppo sociale specifico, o semplicemente di utilizzare la lingua percepita più adatta per esprimere un particolare concetto o emozione.


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Counseling scolastico in Corea del Sud

Fonte: Sang Min Lee – Eunjoo Yang, “Counseling in South Korea”, in Counseling Around the World, a cura di Thomas Hohenshil, Norman Amundson, Spencer Niles, American Counseling Association, Alexandria VA (USA), 2013.


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L’esperienza del counseling in Turchia

Fonte: Fidan Korkut Owen and Oya Yerin Güneri, “Counseling in Turkey”, in Counseling Around the World, a cura di Thomas Hohenshil, Norman Amundson, Spencer Niles, American Counseling Association, Alexandria VA (USA), 2013.


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Pietra di inciampo


Stolpersteinen, in tedesco, pietre d’inciampo; ideate negli Anni 90 dall'artista tedesco Gunter Demnig per innestare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio.

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Evoluzioni si impegna a fornire informazioni di qualità nel campo del counseling, promuovendo la condivisione di conoscenze e prospettive globali. Lo fa nella consapevolezza che il counseling è una professione largamente diffusa nel mondo in un contesto che evolve velocemente. Per questo i confini della professione di counselor possono essere diversi da nazione a nazione, sia in termini di criteri per la formazione sia nelle normative e nei sistemi di accreditamento/riconoscimento della professione.

Per approfondire i confini della pratica professionale in Italia suggeriamo di visitare il sito assocounseling.it dove è possibile trovare tutti i riferimenti a leggi e normative vigenti nel contesto italiano. Per meglio conoscere invece le dimensioni del counseling in altri Paesi citati nella sezione Approfondimenti, potete fare riferimento al sito dell'International Association for Counseling.

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Comitato scientifico di AssoCounseling


Svolge varie funzioni di supporto e stimolo all’attività di ricerca, studio ed elaborazione dell’identità professionale.

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