3/2025 Casi Strumenti Pratiche

әmpowerment olistico tra sport, coaching e counseling

di Nadia Panigada

әmpowerment olistico tra sport, coaching e counseling

L’evoluzione del proprio corpo, spesso accompagnata da stereotipi socio-culturali e stigma, può mettere a dura prova l’equilibrio mentale e fisico di chi sta vivendo questo momento.
Tuttavia, un progetto innovativo come әmpowerment, emerge come un faro di speranza e cambiamento: un percorso integrato di sport, coaching e counseling.


Volersi bene vuol dire FARE qualcosa
e per volersi bene bisogna STIMARSI
Giorgio Piccinino

Nel contesto sociale attuale, le persone affrontano sfide uniche legate all’immagine di sé. Secondo il Minority Stress Model di Meyer (2003), le persone LGBTQ+ si trovano a dover fronteggiare una quantità maggiore di stress rispetto ad altre perché, oltre alle comuni fonti di tensioni, subiscono quelle derivanti dai fenomeni di discriminazione culturale. Tutto questo può avvenire in famiglia, a scuola, al lavoro, e si manifesta attraverso discriminazioni e violenze vissute – o la paura di poterle subire – omotransnegatività interiorizzata e stigma percepito. Anche il mondo dello sport, inteso come contesto relazionale identitario, al pari di ogni altra organizzazione sociale e formativa, è pervaso da atteggiamenti negativi rivolti alla non conformità sessuale e a orientamenti sessuali diversi da quello eterosessuale, che disincentivano i giovani LGBTQ+ dal praticarne le discipline.
In questi casi il rifiuto genitoriale, sommato al rifiuto sociale esperienziato, può portare a gravi conseguenze sul piano psicofisico, quali: scarsa percezione di autoefficacia, bassa autostima, impotenza appresa, disturbi del comportamento alimentare, ecc.

Da qui l’idea del progetto әmpowerment, che si basa su una visione olistica del benessere, riconoscendo l’importanza di integrare corpo, mente ed emozioni per favorire l’autonomia, la resilienza e l’autostima della persona. Nella sua prima edizione si è proposto di allenare un gruppo di 8 partecipanti – e componenti la squadra di calcio a 5 ACETeam, la prima in Italia composta da persone trans e non binarie – a sviluppare competenze e strumenti pratici per migliorare la percezione di sé e del proprio corpo, saper valorizzare il ruolo nella relazione e gestire lo stress, negoziando una visione del mondo.
Integrando il mio lavoro di Professional Counselor con quello della Fitness Coach Elisa Bartoccioni, abbiamo sviluppato un programma articolato in 10 incontri strutturati attorno a tre moduli principali, con focus su individuo, relazione con il gruppo e con il mondo esterno.

Nell’incontro di avvio i partecipanti sono stati accolti in uno spazio ampio e sicuro, lo studio privato di Elisa, che è stato scelto e adattato per avere tutte le caratteristiche che hanno consentito di sentirsi bene, esprimendo la loro voce.
Abbiamo quindi allenato la capacità di raccontarsi partendo dalle proprie basi sicure, competenze e passioni e dalla propriocezione fisica, poiché, per affrontare i cambiamenti e soprattutto i momenti difficili nella vita, è necessario avere un senso di solidità interiore. Questo è strettamente collegato anche alla consapevolezza del nostro valore e delle potenzialità fisiche (equilibrio, coordinazione, forza, resistenza).

Nel primo modulo abbiamo lavorato sulla percezione di sé, per prendere consapevolezza di quanto il nostro modo di pensarci possa condizionare comportamenti, emozioni e transazioni. Ogni partecipante ne ha fatto esperienza diretta disegnandosi come si pensava, come si vedeva allo specchio, come pensava che le altre persone lo vedessero e come veniva disegnato dal compagno più vicino. Questo ha dato loro l’opportunità di arricchire l’immagine che avevano di se stessi, anche attraverso la contaminazione della visione dell’altro. E, esaminando le caratteristiche delle emozioni principali, hanno acquisito uno strumento pratico per gestire quelle “difficili” da affrontare, di fronte alle parti del corpo che a loro non piacevano e che non potevano cambiare, ancorandosi e valorizzando tutte le altre. Hanno infine allenato fisicamente le quattro capacità motorie principali (forza, resistenza, coordinazione e flessibilità), scoprendo i loro talenti sportivi da una parte e osservando i loro limiti dall’altra. E hanno poi ricevuto schede tecniche di workout per continuare ad allenare la consapevolezza corporea.

Nel secondo modulo abbiamo esplorato le capacità di ascolto e di comunicazione, finalizzate alla differenziazione e valorizzazione di noi stessi nel gruppo. Questo, attraverso esercizi pratici sugli assiomi della comunicazione di Paul Watzlawick e l’elaborazione di un racconto della propria storia, avvalendosi anche del supporto e di feedback altrui. Perché raccontarsi bene ci dà una chance in più per dire la nostra, per avere controllo sui nostri obiettivi e per influenzare la relazione con l’altro. In questa fase il corpo viene utilizzato come strumento di comunicazione, prima attraverso esercizi a coppie che allenano le capacità di anticipo, di coordinazione oculomotoria e spazio-temporale, poi attraverso esercizi a squadre dove i partecipanti, scegliendo un ruolo in base ai propri punti di forza, si sfidano nelle gare a staffetta. Sono stati consigliati infine alcuni libri e film che trattano di sport, comunicazione e convivenza fra le differenze.

Nel terzo modulo abbiamo sviluppato strumenti di valorizzazione di ciascuna unicità rispetto a stereotipi e pregiudizi socio-culturali, per allenare le capacità di negoziazione e resilienza. Qui abbiamo chiesto a ciascuna persona di creare un collage dei messaggi invalidanti subiti e/o ascoltati attraverso i media o persone vicine. Successivamente, in gruppo, hanno colto l’occasione di trasformare i feedback negativi in informazioni sul mondo dell’altro, e di scegliere di prepararsi a rispondere in maniera competente, negoziando la propria visione del mondo. Dal punto di vista motorio i partecipanti hanno sperimentato sul campo allenamenti funzionali di gruppo a circuito, al fine di apprendere a muoversi in modo proattivo e consapevole di fronte alle sfide piccole e grandi della vita quotidiana.

A conclusione del percorso abbiamo trasmesso due strumenti pratici volti a continuare a coltivare autostima in autonomia. Questo attraverso la creazione, da parte di ciascuna persona, di un elaborato che raccontasse basi sicure, valori, competenze, passioni e desideri da arricchire nel tempo e schede di allenamento personalizzate per obiettivo, per esercitarsi a uno stile di vita nutriente.
L’integrazione dei tre elementi (coanseling, coaching e sport) ha dunque creato un percorso completo e trasformativo, sviluppando nei partecipanti una serie di capacità che possono essere coltivate e applicate in vari ambiti della vita: dalle competenze motorie e di comunicazione alla gestione dello stress e delle relazioni, per affrontare le sfide quotidiane e perseguire i propri obiettivi.

Il primo pilastro del programma, il counseling, ha fornito uno spazio sicuro e accogliente per esplorare e integrare le esperienze personali, affrontare le emozioni e sviluppare strategie di coping efficaci, sperimentando la propria unicità e il proprio ruolo nel gruppo, ampliando la consapevolezza emotiva e promuovendo una maggiore resilienza.

Il coaching, secondo elemento chiave, è stato utile per lo sviluppo personale dei partecipanti. Attraverso la definizione di obiettivi, le riflessioni e i feedback, il gruppo ha potuto identificare punti di forza e fonti di energia per sviluppare strategie efficaci, decidere “bene” e affrontare gli ostacoli con abilità.

Lo sport ha equipaggiato il gruppo con pratici workout, per esprimersi fisicamente e introdurre comportamenti nutrienti per il proprio ben-essere e ben-vivere. Gli esercizi fisici infatti non sono stati solo volti al miglioramento delle capacità motorie e della consapevolezza corporea, ma hanno anche agito come strumento per esprimere le emozioni, ridurre lo stress e rafforzare l’autostima.

Infine, la sinergia tra il mio lavoro di Professional Counselor e quello di una Fitness Coach, non solo ha offerto un servizio di qualità superiore – contribuendo in modo significativo alla salute fisica, emotiva, cognitiva e sociale dei clienti – ma ha anche arricchito le nostre competenze professionali, rendendoci più efficaci e versatili nel lavoro.

Una collaborazione ben strutturata tra professioni diverse, attraverso una comunicazione costante, follow up incrociati con i clienti, risposte flessibili e adattive congiunte in base all’evoluzione specifica del gruppo e la cura a quattro mani della relazione con ciascun individuo, può dunque impattare significativamente sull’engagement del gruppo e la sua apertura nei confronti di nuove strategie e programmi di wellbeing. Una metodologia olistica dunque, che integra diverse discipline, e che considera l’individuo nella sua realtà più ampia, armonizzando il corpo con la mente.

Dal successo del progetto è nata l’idea della Masterclass MeNoStress, un’ulteriore iniziativa di gruppo, della durata di una giornata, che rappresenta un’importante passo avanti nella promozione del benessere e della valorizzazione dell’unicità dell’individuo, contribuendo a creare ambienti accoglienti e inclusivi sia all’interno che all’esterno del contesto lavorativo.


Bibliografia e sitografia

Nadia Panigada

Laureata in Relazione pubbliche, con quattro master in HR, Gestione rapporto di lavoro, coaching e counseling ATR, HR manager di aziende multinazionali, è professional counselor, coach e career consultant.
Dal 2015 accompagna professionistә in percorsi di allineamento con il proprio ruolo. Compie diagnosi organizzative e piani di auto-sviluppo emotivo-cognitivo-comportamentale, per facilitare processi organizzativi di transizione.
Ha ideato e realizzato progetti formativi di gruppo per gestire stress, minority stress, e negoziare il proprio valore nelle relazioni, oltre ogni stereotipo e pregiudizio.

linguaggio disobbediente

Come tutte le norme, anche quelle linguistiche sono un artefatto politico, sociale, culturale. Quella del maschile sovraesteso è una regola linguistica che di recente l’Accademia della Crusca ha definito come non discriminante. Di fronte alle norme ci sono sempre due possibilità: obbedire o disobbedire. Questo articolo vuole essere un atto intenzionale di disobbedienza grammaticale che intende ribadire – proprio con le parole – la forza dirompente del linguaggio. Come tutte le dis-obbedienze, è dis-turbante e dis-ordinante, anche percettivamente per chi legge; eppure: considerate che ogni qualvolta la piccola "ə" genera un senso di fastidio, la forma di straniamento è analoga a quella vissuta da chi appartiene a una minoranza a cui una maggioranza – sociale, politica, linguistica e sessuale – impone, nel nome della regola, dell’estetica o della leggibilità, l’adeguamento come normale. E come l’obbedienza a un ordine continui ad essere una virtù.


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Jhumpa Lahiri

Jhumpa Lahiri è una scrittrice di fama mondiale, nota per le sue opere sull'esperienza degli immigrati, in particolare degli indiani orientali. Ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa con la sua prima raccolta di racconti, 'Interpreter of Maladies'. Nel suo libro bilingue 'In Other Words', originariamente scritto in italiano, Lahiri esplora il travagliato processo che ha affrontato per esprimersi in una nuova lingua.


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code-switching

Il code-switching, o commutazione di codice, è il passare fluidamente da una lingua a un’altra all’interno del discorso di uno stesso parlante. Può riflettere la volontà di esprimere un'identità culturale, di adattarsi a un gruppo sociale specifico, o semplicemente di utilizzare la lingua percepita più adatta per esprimere un particolare concetto o emozione.


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Counseling scolastico in Corea del Sud

Fonte: Sang Min Lee – Eunjoo Yang, “Counseling in South Korea”, in Counseling Around the World, a cura di Thomas Hohenshil, Norman Amundson, Spencer Niles, American Counseling Association, Alexandria VA (USA), 2013.


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L’esperienza del counseling in Turchia

Fonte: Fidan Korkut Owen and Oya Yerin Güneri, “Counseling in Turkey”, in Counseling Around the World, a cura di Thomas Hohenshil, Norman Amundson, Spencer Niles, American Counseling Association, Alexandria VA (USA), 2013.


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Pietra di inciampo


Stolpersteinen, in tedesco, pietre d’inciampo; ideate negli Anni 90 dall'artista tedesco Gunter Demnig per innestare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio.

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Comitato scientifico di AssoCounseling


Svolge varie funzioni di supporto e stimolo all’attività di ricerca, studio ed elaborazione dell’identità professionale.

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Il team


Nella quarta edizione appena conclusa Laura Torretta ha ricoperto il ruolo di referente nel direttivo e di project manager, affiancata dalla process owner Aidp Lombardia Daniela Tronconi. È in partenza la quinta edizione, con un passaggio di consegne al nuovo direttivo, in cui la nuova referente dell’iniziativa sarà Rossella Cardinale e la nuova project manager Elisabetta Maiocchi.

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Ringraziamento ai supervisori


Si ringraziano in particolare Pierpaolo Dutto, Manuela Giago, Silvia Ronzani, referenti per le tre scuole.

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Questionario di fine percorso


Per chi volesse avere evidenza del questionario somministrato a fine percorso ecco le domande proposte:

  • Avevi già effettuato un percorso di counseling?
  • Relativamente all’esperienza di counseling quale è il livello di gradimento complessivo?
  • Ti sei sentito/a accolto/a, ascoltato/a e compreso/a dal counselor? Sì? Come? No? Come?
  • Quali tema e bisogno sono stati al centro del tuo percorso?
  • Se dovessi dare un valore al tuo benessere all’inizio: da 1 a 10?
  • Descrivi, con una o più parole, l'emozione che provavi all'inizio del primo incontro.
  • Quali pensieri ricorrenti, schemi limitanti, credenze e convinzioni sono emerse e hai trasformato?
  • Quali nuove consapevolezze hai sviluppato?
  • Quali risorse hai organizzato e mobilitato al servizio della tua crescita?
  • Descrivi, con una o più parole, l'emozione che provi ora, al termine del tuo percorso.
  • Quali azioni nuove scegli ora più coerenti con il tuo obiettivo?
  • Regista e protagonista di una nuova narrazione: descrivi la tua esperienza di cambiamento e maggiore benessere
  • Se dovessi dare un valore al tuo benessere alla fine del percorso: da 1 a 10?
  • Raccomanderesti questa esperienza ad altri? Sì? Per quale motivo? No? Per quale motivo?

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Definizione di sessualità


"La sessualità è un concetto esteso […]. È una parte naturale dello sviluppo umano in ogni fase della vita e include componenti fisiche, psicologiche e sociali […]. La sessualità è un aspetto centrale dell’essere umano lungo tutto l’arco della vita e comprende il sesso, l’identità e i ruoli di genere, l’orientamento sessuale, l’erotismo, il piacere, l’intimità e la riproduzione. La sessualità viene sperimentata ed espressa in pensieri, fantasie, desideri, convinzioni, atteggiamenti, valori, comportamenti, pratiche, ruoli e relazioni. Sebbene la sessualità possa includere tutte queste dimensioni, non tutte sono sempre esperite ed espresse. La sessualità è interessata dall’interazione di fattori biologici, psicologici, sociali, economici, politici, etici, giuridici, storici, religiosi e spirituali.”

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Diritto alla sessualità


"Tutti gli esseri umani hanno la facoltà di vivere la propria sessualità in maniera appagante, libera da coercizioni, discriminazioni o violenza. I diritti sessuali si basano sui principi fondamentali dei diritti umani internazionalmente definiti, sono parte integrante delle convenzioni dell’ONU che hanno carattere vincolante.”

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Origine della sessuologia scientifica


Lo studio della sessuologia scientifica è un ambito di ricerca recentissimo che risale alla metà del 1900. Fa capo gli studi rivoluzionari di Masters e Jonson, i primi ad interessarsi scientificamente la sessualità cercando di superare la teoria e la clinica freudiana che intendeva i disturbi sessuali espressione di uno sviluppo psicosessuale problematico.

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dall'articolo 10


Il diritto all’istruzione e il diritto ad una educazione sessuale approfondita ed esauriente: “Ogni individuo ha il diritto all’istruzione ed il diritto ad una educazione sessuale completa. L’educazione sessuale deve essere appropriata all’età, scientificamente accurata, culturalmente adeguata e basata sui diritti umani, sull’uguaglianza di genere e su un approccio positivo alla sessualità.”

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riferimento bibliografico esteso


Tutu, D. (2004), God has a dream. A vision of hope for our time, Doubleday, NY.

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riferimento bibliografico esteso


Mokgoro, Y. (1998), Ubuntu and the law in South Africa. Buffalo Human Rights Law Review, 15, 1–6.

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