
Qual è il senso delle parole “progresso” e “crescita” nel XXI secolo? La prepotenza del più forte invece del confronto tra posizioni e interessi diversi, le enormi concentrazioni di potere e ricchezze in poche mani, le recenti guerre, lo sfruttamento dei più deboli, i femminicidi, il dominio assoluto sulla natura sono solo alcune delle forme assunte nel nostro tempo da quella che gli antichi Greci chiamavano hybris, ossia la perdita del senso del limite, la dismisura, lo strapotere, l’arroganza. Una dinamica all’origine delle diverse crisi – sociale, ambientale, etica, sanitaria – che chiamano l’uomo a un cambio di paradigma culturale per salvare il pianeta e la comunità umana.
Per affrontare queste crisi connesse e interagenti è necessario proporre la visione di un nuovo umanesimo non più antropocentrico: un uomo che sa tenere insieme mente, corpo, anima e che pone al centro della sua esistenza la relazione armoniosa – e non più il dominio – con l’altro, il diverso e le forme di vita non umane. In altre parole, l’Homo hybris deve lasciare il posto a quello che l’autore definisce Homo pathos, l’uomo che religa, che tiene insieme gli opposti, che conosce il valore del senso del limite, che non è perfetto né immortale e sa che non può eliminare il male e l’hybris, ma può contenerli e integrarli.
Si tratta di una svolta radicale verso la creazione di un nuovo paradigma che si ispiri alla conversione “ecologica” interiore proposta da papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ e alla Terra come “comunità di destino” evocata dal filosofo Edgar Morin. Il primo passo in questa direzione è costruire ponti, mettere in relazione, valorizzare le differenze e le diversità, che sono la ricchezza del mondo sia in campo biologico sia intellettuale e culturale, e lasciare sempre più spazio alla componente femminile, presente anche nel maschile.
Un cammino già indicato da pensatori e autori come Jung, Bateson, Capra, Hillman, Morin, Panikkar, papa Francesco, Màdera, Magatti, Magris, Veca, Zoja, Hillesum, Kristeva, Ortese, Vegetti Finzi, Zambrano, il cui pensiero è presente nel libro con brani selezionati.
libro
Salvare il futuro. Dall’Homo hybris all’Homo pathos
di Marco Manzoni
Moretti & Vitali, Milano 2021
Marco Manzoni, fondatore di Studio Oikos, si occupa da trent’anni di progetti transdisciplinari, dedicati all’evoluzione qualitativa della società e della persona. Ha realizzato e presentato al Centro San Fedele, all’Anteo e a Philo-pratiche filosofiche di Milano numerose conversazioni video con personalità del mondo della cultura e della spiritualità, come Carlo Maria Giulini, Ermanno Olmi, Silvia Vegetti Finzi, Fritjof Capra, Franco Loi, Vito Mancuso, Raimon Panikkar e Gabriele Mandel Khan. Alcuni di questi film-intervista si trovano qui. È autore di diversi libri, tra cui l’ultimo è Salvare il futuro. Dall’Homo hybris all’Homo pathos.