3/2025 Vita da counselor

5 domande a Rosalba Colangelo

Intervista di Elisabetta Boni

5 domande a Rosalba Colangelo

Perché hai scelto di diventare counselor?
È stata pura attrazione, un vero e proprio richiamo. Alcuni anni fa avevo iniziato la mia ricerca per trovare risposte alle varie domande che mi ponevo. Incominciai così un “cammino” con un counselor al mio fianco, esperienza che mi ha condotta in un mondo del quale allora conoscevo poco o niente.  Questo viaggio mi aprì a nuove visioni, a una rinnovata comunicazione con me stessa e a una maggiore conoscenza del mio mondo interiore. Quella relazione mi ha aiutata ad acquisire strumenti utili da portare nel quotidiano, e mi sono sentita pronta ad affrontare a mia volta un percorso per sostenere un altro essere vivente, per accompagnarlo nel lasciar emergere i suoi talenti.
Circa venti anni fa ho concluso il corso triennale per counselor, iniziando subito dopo l’attività in collaborazione con un’associazione di volontariato presente sul territorio della provincia di Firenze, dove abitavo.
Oggi mi sono trasferita fra i boschi del Monte Morello – sempre nell’hinterland della città capoluogo della Toscana – e questo mi ha avvicinata maggiormente alla natura e al suo potere di cura verso se stessi e, più in generale, nelle relazioni, tanto che sto ultimando una specializzazione in Ecotuning, l’arte di facilitare la relazione con la natura. Riuscire in questo intento, e poterlo applicare come professionista, è il più bel regalo che sento di poter donare alla vita.

Quale è stata l’esperienza più impegnativa che hai affrontato e quale ricordi come più gratificante?
Avevo iniziato un percorso individuale con una cliente. Dopo alcuni incontri sopraggiunsero delle gravi difficoltà nella mia vita personale, tali da impedire di seguirla con la dovuta attenzione. Dopo un’accurata supervisione, accompagnai la mia cliente verso l’invio a un’altra professionista della zona. Il distacco – anche se necessario – è stato un po’ difficile da affrontare anche per me, in quanto si era già creato un buon legame professionale di fiducia che avrei voluto portare a termine. Comunque, con il senno di poi, sono fiera di non aver permesso che la situazione contingente influenzasse negativamente il mio lavoro, comunicando tempestivamente alla cliente la mia necessità di sospenderlo, e cercando una soluzione condivisa con lei. Tutto questo mi ha anche insegnato che ogni relazione di counseling è fatta di tratti, ognuno dei quali ha un significato in sé, anche se non ne costituisce la conclusione.
Il ricordo più gratificante è legato a un cliente – ne ho uno in mente, ma può rappresentare tutte e tutti gli altri – che, durante il cammino fatto insieme, aveva l’esigenza di tenermi al corrente anche via mail dei cambiamenti che notava nel suo quotidiano. Osservare – nel corso del tempo tra il primo incontro e l’ultimo – le sue trasformazioni nel linguaggio del corpo e nell’espressione, è stato per me molto stimolante. Ricordo, come fosse adesso, il suo sguardo addolcito e sorridente, e quel guizzo in fondo agli occhi mentre ci siamo salutati. Per me, counselor, sono tutti segnali di alleggerimento di un fardello che prima condizionava, intralciando e appesantendo l’andamento della vita, il significato stesso di questa nostra professione di aiuto.

Il setting più particolare in cui hai lavorato o vorresti lavorare?
Come dicevo, in questo momento sto concludendo la formazione in Ecotuning, attraverso la quale ho scoperto l’intimità che offre un bosco, una pineta, una spiaggia. Sono innumerevoli gli spunti che possiamo cogliere in ognuno di questi ambiti; con i suoi profumi, i suoni, gli abitanti e il linguaggio, la Natura ci offre una modalità delicata per farsi conoscere, aiutandoci a entrare meglio in relazione con noi stessi. La Natura ci rispecchia, ci invia messaggi attraverso le sue molteplici manifestazioni, suggerendoci di cambiare prospettiva. Un ambiente selvaggio può richiamare un momento di confusione nella nostra vita; un’onda che si infrange con forza contro gli scogli ci ricorda la nostra energia; una pianta che cresce in una situazione poco agevole ci stimola a riflettere, oppure ci suggerisce una soluzione per superare un ostacolo incontrato…
Riconnettersi con se stessi, con altri esseri viventi e con l’ecosistema Terra, di cui facciamo parte e a cui apparteniamo, è una meravigliosa opportunità per affinare la nostra capacità di sentire le emozioni, in contesti fuori da ogni condizionamento sociale e culturale.

Qual è il tuo “tocco” personale?
Ogni cliente ha un proprio modo di essere, e si porta dietro un vissuto che ne acuisce il bisogno di accoglienza. Io cerco di corrispondere a questo portato sempre diverso esercitando, allo stesso tempo, quelle abilità che ritengo costituiscano il substrato – l’humus – della nostra professione. Energia vibrante, accoglienza, sorriso, creatività ed empatia sono alcune delle caratteristiche alle quali tendo, gli “ingredienti” che definiscono il mio tocco personale. In una sola espressione: esserci. Essere presente per supportare, accogliere, far emergere altre prospettive, dare spazio e respirare, accompagnare. E, ancora una volta, torno alla necessità di una consapevolezza – che sto via via corroborando – di essere parte di un tutto, che il nostro posizionarsi nel mondo si riflette comunque sugli altri.

Che cosa ti sta insegnando questa professione?
A scorgere in me e a far scoprire alle persone altri punti di vista, a vedere la bellezza in senso lato, la pagliuzza dorata che si nasconde dentro ogni individuo. È un impegno nel supportare i clienti a entrare in contatto con la propria unicità, nel far loro intravedere la magnifica possibilità che ci è data – in quanto esseri umani – di inserire sinergicamente il nostro operato nella più vasta rete della vita. Ed è per me, che non finisco mai di imparare, motivo di una costante crescita personale. Ringrazio l’universo per avermi fatto incontrare il counseling, uno strumento straordinario, sia nei rapporti individuali che in ogni relazione a più vasta scala.


Rosalba Colangelo
Professional counselor a indirizzo energetico spirituale a mediazione corporea, esperta nella conduzione di gruppo, master Reiki, nozioni di riflessologia plantare, formazione in Responsabile di AAA, Ecotuner attualmente in formazione presso Ecopsiché (rappresentante italiana di IES International Ecopsychology Society). Conduce incontri individuali in ambienti naturali e online, organizza percorsi di crescita personale e di gruppo. Ama utilizzare approcci provenienti dai diversi studi fatti.

Elisabetta Boni

Vive in Mugello, alle porte di Firenze, terra di illustri personaggi quali Giotto e Beato Angelico, e dove il motto «l Care» è ancora impresso in quella che è stata la scuola di Barbiana.
Nel corso della propria carriera di funzionario pubblico si è occupata di varie materie, fra le quali la comunicazione, la cultura e il sociale.
Adesso, continua a scrivere come giornalista per il piacere di farlo, e guarda il mondo con le lenti del counseling e della mediazione familiare, temi di progetti nei quali è impegnata.

linguaggio disobbediente

Come tutte le norme, anche quelle linguistiche sono un artefatto politico, sociale, culturale. Quella del maschile sovraesteso è una regola linguistica che di recente l’Accademia della Crusca ha definito come non discriminante. Di fronte alle norme ci sono sempre due possibilità: obbedire o disobbedire. Questo articolo vuole essere un atto intenzionale di disobbedienza grammaticale che intende ribadire – proprio con le parole – la forza dirompente del linguaggio. Come tutte le dis-obbedienze, è dis-turbante e dis-ordinante, anche percettivamente per chi legge; eppure: considerate che ogni qualvolta la piccola "ə" genera un senso di fastidio, la forma di straniamento è analoga a quella vissuta da chi appartiene a una minoranza a cui una maggioranza – sociale, politica, linguistica e sessuale – impone, nel nome della regola, dell’estetica o della leggibilità, l’adeguamento come normale. E come l’obbedienza a un ordine continui ad essere una virtù.


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Jhumpa Lahiri

Jhumpa Lahiri è una scrittrice di fama mondiale, nota per le sue opere sull'esperienza degli immigrati, in particolare degli indiani orientali. Ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa con la sua prima raccolta di racconti, 'Interpreter of Maladies'. Nel suo libro bilingue 'In Other Words', originariamente scritto in italiano, Lahiri esplora il travagliato processo che ha affrontato per esprimersi in una nuova lingua.


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code-switching

Il code-switching, o commutazione di codice, è il passare fluidamente da una lingua a un’altra all’interno del discorso di uno stesso parlante. Può riflettere la volontà di esprimere un'identità culturale, di adattarsi a un gruppo sociale specifico, o semplicemente di utilizzare la lingua percepita più adatta per esprimere un particolare concetto o emozione.


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Counseling scolastico in Corea del Sud

Fonte: Sang Min Lee – Eunjoo Yang, “Counseling in South Korea”, in Counseling Around the World, a cura di Thomas Hohenshil, Norman Amundson, Spencer Niles, American Counseling Association, Alexandria VA (USA), 2013.


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L’esperienza del counseling in Turchia

Fonte: Fidan Korkut Owen and Oya Yerin Güneri, “Counseling in Turkey”, in Counseling Around the World, a cura di Thomas Hohenshil, Norman Amundson, Spencer Niles, American Counseling Association, Alexandria VA (USA), 2013.


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Pietra di inciampo


Stolpersteinen, in tedesco, pietre d’inciampo; ideate negli Anni 90 dall'artista tedesco Gunter Demnig per innestare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio.

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Comitato scientifico di AssoCounseling


Svolge varie funzioni di supporto e stimolo all’attività di ricerca, studio ed elaborazione dell’identità professionale.

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Il team


Nella quarta edizione appena conclusa Laura Torretta ha ricoperto il ruolo di referente nel direttivo e di project manager, affiancata dalla process owner Aidp Lombardia Daniela Tronconi. È in partenza la quinta edizione, con un passaggio di consegne al nuovo direttivo, in cui la nuova referente dell’iniziativa sarà Rossella Cardinale e la nuova project manager Elisabetta Maiocchi.

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Ringraziamento ai supervisori


Si ringraziano in particolare Pierpaolo Dutto, Manuela Giago, Silvia Ronzani, referenti per le tre scuole.

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Questionario di fine percorso


Per chi volesse avere evidenza del questionario somministrato a fine percorso ecco le domande proposte:

  • Avevi già effettuato un percorso di counseling?
  • Relativamente all’esperienza di counseling quale è il livello di gradimento complessivo?
  • Ti sei sentito/a accolto/a, ascoltato/a e compreso/a dal counselor? Sì? Come? No? Come?
  • Quali tema e bisogno sono stati al centro del tuo percorso?
  • Se dovessi dare un valore al tuo benessere all’inizio: da 1 a 10?
  • Descrivi, con una o più parole, l'emozione che provavi all'inizio del primo incontro.
  • Quali pensieri ricorrenti, schemi limitanti, credenze e convinzioni sono emerse e hai trasformato?
  • Quali nuove consapevolezze hai sviluppato?
  • Quali risorse hai organizzato e mobilitato al servizio della tua crescita?
  • Descrivi, con una o più parole, l'emozione che provi ora, al termine del tuo percorso.
  • Quali azioni nuove scegli ora più coerenti con il tuo obiettivo?
  • Regista e protagonista di una nuova narrazione: descrivi la tua esperienza di cambiamento e maggiore benessere
  • Se dovessi dare un valore al tuo benessere alla fine del percorso: da 1 a 10?
  • Raccomanderesti questa esperienza ad altri? Sì? Per quale motivo? No? Per quale motivo?

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Definizione di sessualità


"La sessualità è un concetto esteso […]. È una parte naturale dello sviluppo umano in ogni fase della vita e include componenti fisiche, psicologiche e sociali […]. La sessualità è un aspetto centrale dell’essere umano lungo tutto l’arco della vita e comprende il sesso, l’identità e i ruoli di genere, l’orientamento sessuale, l’erotismo, il piacere, l’intimità e la riproduzione. La sessualità viene sperimentata ed espressa in pensieri, fantasie, desideri, convinzioni, atteggiamenti, valori, comportamenti, pratiche, ruoli e relazioni. Sebbene la sessualità possa includere tutte queste dimensioni, non tutte sono sempre esperite ed espresse. La sessualità è interessata dall’interazione di fattori biologici, psicologici, sociali, economici, politici, etici, giuridici, storici, religiosi e spirituali.”

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Diritto alla sessualità


"Tutti gli esseri umani hanno la facoltà di vivere la propria sessualità in maniera appagante, libera da coercizioni, discriminazioni o violenza. I diritti sessuali si basano sui principi fondamentali dei diritti umani internazionalmente definiti, sono parte integrante delle convenzioni dell’ONU che hanno carattere vincolante.”

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Origine della sessuologia scientifica


Lo studio della sessuologia scientifica è un ambito di ricerca recentissimo che risale alla metà del 1900. Fa capo gli studi rivoluzionari di Masters e Jonson, i primi ad interessarsi scientificamente la sessualità cercando di superare la teoria e la clinica freudiana che intendeva i disturbi sessuali espressione di uno sviluppo psicosessuale problematico.

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dall'articolo 10


Il diritto all’istruzione e il diritto ad una educazione sessuale approfondita ed esauriente: “Ogni individuo ha il diritto all’istruzione ed il diritto ad una educazione sessuale completa. L’educazione sessuale deve essere appropriata all’età, scientificamente accurata, culturalmente adeguata e basata sui diritti umani, sull’uguaglianza di genere e su un approccio positivo alla sessualità.”

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riferimento bibliografico esteso


Tutu, D. (2004), God has a dream. A vision of hope for our time, Doubleday, NY.

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riferimento bibliografico esteso


Mokgoro, Y. (1998), Ubuntu and the law in South Africa. Buffalo Human Rights Law Review, 15, 1–6.

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