3/2025 Approfondimenti

EcoCounseling: al servizio di tempi difficili

Ce lo spiega la psicologa e supervisor counselor Marcella Danon

EcoCounseling: al servizio di tempi difficili

Siamo abituati, come counselor, ad affrontare questioni che coinvolgono soprattutto le immediate vicinanze dell’individuo: famiglia, relazioni, lavoro, autorealizzazione. Il momento storico che stiamo attraversando richiede di più: oggi, come mai prima d’ora, il nostro sguardo coglie inesorabilmente anche quanto sta succedendo sul piano globale e planetario. Gli eventi epocali che si affacciano minacciosi all’orizzonte – guerre, pandemie, cambiamento climatico – innescano un senso di insicurezza nei confronti del futuro che rischia di far stagnare le persone impreparate nell’ansia e nell’impotenza. Più che mai, è necessario risvegliare negli individui discernimento nella raccolta di informazioni, pensiero lucido, attivazione di risorse personali, compartecipazione, riflessioni etiche, senso di responsabilità e, soprattutto, consapevolezza del margine di potere individuale nei confronti delle circostanze.


Il prefisso “eco” alla parola “counseling” è sì, in primis, il coinvolgimento della Natura nel proprio setting, nel proprio linguaggio, in un ampliato senso di identità personale, ma è soprattutto, nel senso letterale del termine – eco, oikòs, vuol dire “casa” – un invito e un accompagnamento al risveglio di un livello di maggior maturità e presenza, necessari per gestire le sfide della “modernità liquida”, citando Zygmunt Bauman; per consolidare il più ampio livello di “identità terrestre”, citando Edgar Morin; per creare una “cittadinanza ecologica”, citando l’Enciclica Laudato Si’.
Ecco che l’EcoCounseling, nato dall’incontro tra counseling umanistico-esistenziale ed Ecopsicologia, allarga gli orizzonti concettuali ed esistenziali dei professionisti della relazione di aiuto e offre tecniche, metodi e strumenti per operare sia in setting outdoor sia in quelli indoor, con la collaborazione di un co-counselor d’eccezione, la Natura. È lei che ci ricorda da dove veniamo, chi siamo, quali preziose energie albergano in noi e aspettano di essere scoperte, espresse e tradotte in azione, è il Pianeta stesso che ci chiede di diventare chi siamo nati per essere. Fanno da guida i concetti che già da più di un secolo l’ecologia utilizza per comprendere l’ambiente e per interagire con esso in modo intelligente ed efficace: interdipendenza, ciclo, rete, limite, resilienza, biodiversità. Nuovi termini, nuove mappe, nuove visioni che ora entrano anche nel linguaggio della relazione di aiuto e accompagnano a posizionare e affrontare ogni problematica personale in un contesto più ampio.
Il risveglio del potere personale, della leadership individuale, della speranza attiva – come la chiama una delle pioniere dell’Ecopsicologia, la statunitense Joanna Macy – sono la direzione verso cui l’ecocounselor lavora avvalendosi di tutto quanto la Natura vissuta in prima persona e la Natura come metafora offrono per accompagnarci a scoprire chi siamo e come possiamo diventare davvero chi siamo, in questi tempi difficili che richiedono la nostra presenza e ci offrono l’opportunità di una maggiore consapevolezza.

Deficit di Natura ed ecoansia
La nostra specie, che secondo gli studi attualmente riconosciuti ha trecentomila anni, è emersa da un processo dieci volte più lungo per l’evoluzione del genere Homo. Per tre milioni di anni i nostri antenati hanno vissuto, lavorato, viaggiato, abitato, amato, creato, in Natura. La memoria di questo nostro lungo passato è viva e attiva dentro di noi. Siamo così simili dal punto di vista genetico agli altri animali, che in biologia già da quarant’anni si parla di “animali umani e animali non umani”; condividiamo il 98,5% del nostro genoma umano con le creature a noi più vicine: scimpanzé e bonobo.
La nostra origine, la nostra storia, la nostra identità sono legate all’ambiente naturale: noi “siamo Natura”. Questo è uno dei motivi per cui la maggior parte di noi sente beneficio quando va in un ambiente non urbanizzato, selvatico, anche se ci si entra distrattamente, o chiacchierando. È lo stesso di quando, dopo un lungo viaggio, torniamo a casa: la Natura per noi è “casa”. E la scarsità di Natura si traduce in tutta una serie di difficoltà e problematiche, peculiari del nostro tempo, in un mondo in cui più del 50% dell’umanità risiede in ambito urbano.
Definito “sindrome di Deficit di Natura”, dall’educatore statunitense Richard Louv, questo concetto, pur non essendo ancora una diagnosi medica riconosciuta, è sempre più utilizzato. La sistematica mancata frequentazione della Natura, statisticamente – gli studi sono numerosissimi – può generare problemi su diversi piani: obesità per mancanza di movimento, difficoltà emotive e relazionali, problemi di concentrazione, isolamento, comportamenti a rischio e insensibilità nei confronti dell’ambiente.
Tra le difficoltà contemporanee con cui un counselor può doversi confrontare si aggiunge anche la sensazione di disagio e di paura al pensiero ricorrente di possibili disastri ambientali legati al cambiamento climatico e alle sue conseguenze, quella che oggi viene definita “ecoansia”, che non va confusa con altre forme d’ansia, con cui comunque spesso si combina. L’ecoansia, infatti, è un sintomo sano, che si manifesta in chi si rende conto di quello che ci sta succedendo attorno, in chi si risveglia dalla diffusa insensibilità nei confronti del mondo naturale. L’ambientalismo stesso è nato ante litteram dall’ecoansia, con la capacità abbinata di trasporre in azione concreta il dolore e la sofferenza provati. L’ecoansia, quindi, oggi non va combattuta o trattata come un sintomo da eliminare, ma va accolta, enucleata da problematiche di tipo strettamente personale da affrontare separatamente, e va canalizzata verso l’incontro con altri e l’azione concreta a beneficio soprattutto di situazioni locali.

La mission dell’Ecopsicologia
È in questo contesto che nasce, alla fine degli anni Ottanta, in California, l’Ecopsicologia; un incontro e collaborazione tra due giovani Scienze che scelgono di darsi reciprocamente manforte per il raggiungimento dei reciproci obiettivi: l’ecologia ha bisogno di risvegliare coscienza e impegno ambientale, la psicologia di favorire introspezione e risveglio delle potenzialità.
Forte dei risultati ottenuti dalla ricerca nell’ambito della psicologia ambientale, che ha confermato l’oggettività del benessere per gli individui, generato dal contatto diretto con l’ambiente naturale, l’Ecopsicologia inizia a promuovere – in ambito relazione di aiuto, terapia, educazione – attività all’esterno in combinazione con una forte spinta introspettiva, ispirandosi alla psicologia umanistica e transpersonale, molto diffuse proprio in California.
L’Ecopsicologia ha un approccio peculiare, sistemico e transdisciplinare, che attrae discipline e invita a collaborare professionisti provenienti da diversi ambiti. I parallelismi tra la qualità di relazione costruita con il mondo esteriore e gli effetti che questo ha sul mondo interiore, e viceversa, sono la mappa su cui nascono le innumerevoli pratiche in ambito ecopsicologico, adatte a tanti diversi contesti. Nel corso degli anni, ha sviluppato un corpus filosofico e applicativo via via sempre più versatile e complesso.

  • Il primo cerchio dell’Ecopsicologia è quello focalizzato sulla crescita personale, processo facilitato in un setting naturale e con l’utilizzo di metafore tratte dalla Natura.
  • Il secondo cerchio promuove qualità di relazioni, ispirandosi ai concetti di interconnessione e interdipendenza promossi dall’ecologia.
  • Il terzo invita a una rivoluzione culturale, a un cambio di paradigma da antropocentrico a ecocentrico, dalla visione di un mondo che è qui solo per noi, a quella di noi come parte integrante del mondo, di questo Pianeta. È in questo terzo cerchio che si inseriscono i concetti di identità terrestre, di Edgar Morin, e di cittadinanza ecologica, di papa Francesco, e l’invito all’apertura verso una riflessione etica, verso visioni più ampie della realtà materiale.

L’Ecopsicologia non si pone come via di ricerca spirituale, ma invita ognuno a porsi domande e a cercare risposte, tra le tante possibili, sentite per sé come nutrienti. E, soprattutto, esorta all’azione concreta nel quotidiano, ognuno nei modi e nei tempi che gli sono possibili. L’Ecopsicologia è un antidoto alla “rassegnazione all’evitabile!”.

Come si traduce l’Ecopsicologia nel counseling
Il counseling opera attraverso il dialogo e l’attenta partecipazione; guida nell’esaminare le situazioni da diversi punti di vista; risveglia l’empatia e la meraviglia; accompagna a riconoscere le risorse interiori inespresse… e, allora, certo che può trarre grande ispirazione dall’Ecopsicologia!
Le basi epistemologiche sono le stesse:

  • quelle umanistiche: “il cliente è l’esperto di se stesso”, citando Carl Rogers;
  • e quelle sistemiche: “ai suoi livelli più profondi la psiche è legata alla Terra”, citando Theodore Roszak, il padre dell’Ecopsicologia.

Ed è la stessa anche la finalità, quella di far fiorire le persone a ciò che possono diventare.
Il counseling, in questo incontro, arricchisce il proprio modus operandi per facilitare il processo di crescita personale con metodologie, mappe e pratiche originali ormai consolidate. Già da quindici anni, infatti, l’EcoCounseling è una delle specializzazioni riconosciute da AssoCounseling.
L’EcoCounseling è perfettamente in linea con i tempi, si prepara ad accogliere i nuovi malesseri dilaganti, più esistenziali che psicologici, più legati a vicende collettive ed epocali che individuali. La Natura entra sì, in primis, come setting, ma la sua influenza è molto più ampia: coinvolge il linguaggio, entra negli spunti di riflessione come metafora, implica pratiche, mappe, riflessioni filosofiche e azioni concrete. La Natura, nella pratica dell’EcoCounseling, diventa soprattutto ispiratrice di un ampliato senso di identità personale e umana che è necessario per affrontare la crisi attuale, che può anche essere letta come una sfida evolutiva. E, come tale, va affrontata con la preparazione e l’equipaggiamento adatti.
Quello che caratterizza l’EcoCounseling, prima ancora dell’utilizzo di tecniche specifiche, infatti, è proprio una visione di fondo molto ampia, in cui il problema portato dal cliente diventa l’opportunità per un percorso di evoluzione personale che lo renda attivo e propositivo nell’ecosistema. Indipendentemente dal contratto, l’ecocounselor si pone subliminalmente l’intento di rendere la persona consapevole del suo prezioso e unico contributo individuale da dare alla realtà circostante, alla collettività terrestre.
L’EcoCounseling non è qualcosa che si fa, è qualcosa che si è, giacché questa visione e impostazione impregna ogni parola e interazione e agisce tanto più nella misura in cui è sentita profondamente dal counselor. Anche così ci sono comunque accorgimenti, modalità e strumenti precisi che caratterizzano un percorso di EcoCounseling. Vediamo insieme come, nella pratica, quanto promosso nei tre Cerchi dell’Ecopsicologia può tradursi in azione anche nel counseling.

• Focus sulla leadership personale: Pianeta io
Il primo obiettivo è quello del risveglio delle persone, del risveglio a se stesse.
La contemporaneità non ha soltanto depauperato la wilderness del mondo in cui viviamo, ma generato condizioni che hanno impoverito anche il nostro mondo interiore: c’è una diffusa perdita di connessione con tutto l’aspetto istintuale, sensuale, emotivo, poetico ed etico del nostro essere; diamo ormai per scontata l’importanza del materiale a discapito dell’immateriale, la quantità a discapito della qualità, e questo si ripercuote malamente sulla nostra vita.
Risvegliarsi a se stessi vuol dire ritrovare dentro di sé quel “centro di gravità permanente”, come cantava Franco Battiato: quel punto di equilibrio interiore, quel luogo solido, stabile e sicuro da cui osservare il mondo con ritrovata lucidità; quel punto fermo a cui ancorarsi in mezzo alle turbolenze della vita e da cui, oltre abitudini e condizionamenti, scegliere consapevolmente i passi e le mosse successive. La pratica della centratura, ispirata alla Psicosintesi, è basilare nell’EcoCounseling.
Come entra in gioco il setting outdoor? L’incontro con la Natura non addomesticata diventa opportunità di riscoperta e valorizzazione degli aspetti più profondi e vitali del proprio essere. L’incontro con colori, spazi, ritmi e suoni diversi, favorisce il rilassamento della mente e il contatto con le emozioni, oltre a offrire una preziosa opportunità di scarica fisiologica di tensione e stress. In un incontro di counseling svolto all’aperto, in un ambiente naturale ricco di bellezza, la Natura entra potentemente nella diade e si pone come terzo elemento, attivo nel processo relazionale. L’incontro è più complesso, vero, ma anche più efficace.
La Natura è valida co-counselor anche quando coinvolta come metafora: accompagna a esplorare un mondo interiore riconosciuto come altrettanto vasto e sconfinato di un pianeta, con i suoi abissi e le sue altezze. Su questa osservazione del rispecchiamento tra la molteplicità interiore e quella esteriore è nato il modello di lavoro per la crescita personale Pianeta io, strategico nell’EcoCounseling svolto indoor.

• Focus sull’arte dell’incontro: le relazioni ecologiche
La vita è relazione e l’ecologia fa da guida in questo campo: ha sviluppato un linguaggio che aiuta a cogliere la natura complessa delle relazioni, che acquisisce senso e utilità anche in ambito psicologico. La nostra esistenza, infatti, è intrinsecamente intrecciata con quella degli altri e con l’ambiente che ci circonda. Siamo esseri sociali, ci influenziamo a vicenda, le nostre parole, azioni ed emozioni hanno un impatto sugli altri, così come le loro lo hanno su di noi.
Ogni problematica personale viene esplorata considerandone l’effetto sui tanti diversi ecosistemi. Se le relazioni sono così importanti, quelle armoniche contribuiscono significativamente alla qualità della nostra vita; allo stesso tempo, quelle sgarbate e conflittuali generano malessere e perpetuano situazioni tossiche anche sul piano sociale e globale.
Allenando le tappe che portano alla creazione di relazioni “ecologiche” –  positive  – creiamo i presupposti per collaborare e co-creare funzionalmente insieme agli altri: è questa la molla che accompagna l’EcoCounseling a investire sulle relazioni.

• Focus sul dialogo con l’ambiente: Green Mindfulness Ecocentrata
Tra gli obiettivi laterali, diciamo “ufficiosi”, dell’EcoCounseling c’è quello di vivacizzare l’attenzione saldamente ancorata a terra e di dissolvere quella nebbia che nasconde la visione di livelli più ampi dell’esistenza. Meditazione, contemplazione, pratiche di risveglio dell’intuizione entrano delicatamente e strategicamente nel percorso di EcoCounseling, quel tanto che basta per dischiudere orizzonti, senza mai diventare invadenti o direttive; sarà il cliente a scegliere se e quando esplorare, anche in autonomia, nuove concezioni e percezioni del mondo.
La dimensione transpersonale, la capacità di oltrepassare i limiti della visione di un “ego incapsulato nella pelle”, è connaturata alla natura umana, è una potenzialità presente in tutti che attende solo di essere risvegliata. La visione ecocentrica promossa dall’Ecopsicologia  – “noi siamo la Terra” – è già un invito a percepirsi come qualcosa di più di individui singoli e separati dal tutto.
Tra le pratiche centrali, che dolcemente predispongono a questa apertura, c’è la camminata in Green Mindfulness Ecocentrata, che può essere intessuta a piccole dosi in un percorso svolto outdoor, one to one o di gruppo. Si tratta di una meditazione itinerante a occhi aperti, in cui il focus dell’attenzione è sui messaggi dei cinque sensi, forme e colori, suoni, sensazioni tattili, profumi e, perché no?, sapori. L’obiettivo è quello di mantenere la presenza a dettagli piccoli e grandi dell’ambiente e, ogni qualvolta il pensiero prende il sopravvento, accorgersene e riportare l’attenzione a uno dei cinque sensi. È una vera e propria ginnastica della coscienza.

Potenzialità e applicazioni dell’EcoCounseling
Il lavoro su questi tre livelli, che spesso è contemporaneo e inscindibile, si presta ad applicazioni in tanti diversi ambiti. Gli incontri di counseling individuale sono solo uno di questi; applicato in gruppo, può favorire la creazione di un clima adatto a promuovere obiettivi in ambito educativo, organizzativo, comunitario.
Nelle scuole, il lavoro può essere svolto con gli insegnanti prima di tutto, e poi con i giovani, promuovendo autoconoscenza, relazioni di qualità, pensiero critico, coscienza ambientale e riflessione etica. In ambito organizzativo, l’investimento è nel creare accordi di comunicazione tra i membri di un team, per esempio, e facilitare così la funzionalità, l’espressività e la produttività del gruppo. In ambito comunitario, sono innumerevoli le occasioni per accompagnare, per esempio, decisioni in cui è importante far parlare tra loro esponenti di diversi interessi locali in modo costruttivo e collaborativo, oppure per chiamare a raccolta competenze locali per affrontare situazioni di emergenza.
Ogni qualvolta vogliamo creare una situazione di maggior benessere individuale e di gruppo, ci sono strumenti ispirati all’Ecopsicologia che possono arricchire il counselor di competenze e pratiche che, con grande naturalezza, facilitano il raggiungimento degli obiettivi desiderati. Al di là delle differenze individuali, quando parliamo di star bene con se stessi e con gli altri, i bisogni profondi che abbiamo in quanto esseri umani, membri di una specie sociale e gregaria, sono fondamentalmente simili.
In Italia, l’Ecopsicologia è insegnata e promossa, dal 2004, da Ecopsiché – Scuola di Ecopsicologia, che rappresenta in Italia la International Ecopsychology Society (IES) e, dal 2018, dall’Università della Valle d’Aosta. L’EcoCounseling è materia di studio in un numero crescente di scuole di counseling che stanno scegliendo di inserire questa materia nel percorso formativo offerto, connettendosi in rete.


Bibliografia

  • Bauman Z. (2008), Modus Vivendi, Inferno e utopia del mondo liquido, Laterza, Bari-Roma
  • Danon M. (2000), Counseling. La professione che promuove la crescita personale, Red Edizioni, Cornaredo (MI)
  • Danon M. (2006;2020), Ecopsicologia. Come sviluppare una nuova consapevolezza ecologica, Apogeo, Milano; Aboca, Sansepolcro (AR)
  • Danon M. (2019), Clorofillati. Ritornare alla Natura e rigenerarsi, Feltrinelli, Milano
  • Papa Francesco (2015), Laudato si’. Enciclica sulla cura della casa comune, San Paolo, Alba (CN)
  • Harari Y.N. (2017), Sapiens. Da animali a dei, Bompiani, Milano
  • Morin E. (2001), I 7 saperi necessari all’educazione del futuro, Raffaello Cortina Editore, Milano
  • Roszak T. (1992), The voice of the Earth, Simon & Schuster, New York
Marcella Danon

Psicologa, supervisor counselor e giornalista. Dirige dal 2004 “Ecopsiché - Scuola di Ecopsicologia”. Insegna dal 2018 Ecopsicologia all’Università della Valle D’Aosta. È co-fondatrice della Scuola di Counseling Umanistico Esistenziale CREA di Milano e ha insegnato per vent’anni counseling rogersiano e di psicosintesi. Rappresenta la International Ecopsychology Society in Italia.
Ha scritto numerosi libri, tra cui Counseling (Red Edizioni, 2000-2022), Ecopsicologia (Aboca, 2006-2020), Clorofillati (Feltrinelli, 2019-2021).

linguaggio disobbediente

Come tutte le norme, anche quelle linguistiche sono un artefatto politico, sociale, culturale. Quella del maschile sovraesteso è una regola linguistica che di recente l’Accademia della Crusca ha definito come non discriminante. Di fronte alle norme ci sono sempre due possibilità: obbedire o disobbedire. Questo articolo vuole essere un atto intenzionale di disobbedienza grammaticale che intende ribadire – proprio con le parole – la forza dirompente del linguaggio. Come tutte le dis-obbedienze, è dis-turbante e dis-ordinante, anche percettivamente per chi legge; eppure: considerate che ogni qualvolta la piccola "ə" genera un senso di fastidio, la forma di straniamento è analoga a quella vissuta da chi appartiene a una minoranza a cui una maggioranza – sociale, politica, linguistica e sessuale – impone, nel nome della regola, dell’estetica o della leggibilità, l’adeguamento come normale. E come l’obbedienza a un ordine continui ad essere una virtù.


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Jhumpa Lahiri

Jhumpa Lahiri è una scrittrice di fama mondiale, nota per le sue opere sull'esperienza degli immigrati, in particolare degli indiani orientali. Ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa con la sua prima raccolta di racconti, 'Interpreter of Maladies'. Nel suo libro bilingue 'In Other Words', originariamente scritto in italiano, Lahiri esplora il travagliato processo che ha affrontato per esprimersi in una nuova lingua.


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code-switching

Il code-switching, o commutazione di codice, è il passare fluidamente da una lingua a un’altra all’interno del discorso di uno stesso parlante. Può riflettere la volontà di esprimere un'identità culturale, di adattarsi a un gruppo sociale specifico, o semplicemente di utilizzare la lingua percepita più adatta per esprimere un particolare concetto o emozione.


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Counseling scolastico in Corea del Sud

Fonte: Sang Min Lee – Eunjoo Yang, “Counseling in South Korea”, in Counseling Around the World, a cura di Thomas Hohenshil, Norman Amundson, Spencer Niles, American Counseling Association, Alexandria VA (USA), 2013.


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L’esperienza del counseling in Turchia

Fonte: Fidan Korkut Owen and Oya Yerin Güneri, “Counseling in Turkey”, in Counseling Around the World, a cura di Thomas Hohenshil, Norman Amundson, Spencer Niles, American Counseling Association, Alexandria VA (USA), 2013.


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Pietra di inciampo


Stolpersteinen, in tedesco, pietre d’inciampo; ideate negli Anni 90 dall'artista tedesco Gunter Demnig per innestare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio.

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Comitato scientifico di AssoCounseling


Svolge varie funzioni di supporto e stimolo all’attività di ricerca, studio ed elaborazione dell’identità professionale.

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Il team


Nella quarta edizione appena conclusa Laura Torretta ha ricoperto il ruolo di referente nel direttivo e di project manager, affiancata dalla process owner Aidp Lombardia Daniela Tronconi. È in partenza la quinta edizione, con un passaggio di consegne al nuovo direttivo, in cui la nuova referente dell’iniziativa sarà Rossella Cardinale e la nuova project manager Elisabetta Maiocchi.

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Ringraziamento ai supervisori


Si ringraziano in particolare Pierpaolo Dutto, Manuela Giago, Silvia Ronzani, referenti per le tre scuole.

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Questionario di fine percorso


Per chi volesse avere evidenza del questionario somministrato a fine percorso ecco le domande proposte:

  • Avevi già effettuato un percorso di counseling?
  • Relativamente all’esperienza di counseling quale è il livello di gradimento complessivo?
  • Ti sei sentito/a accolto/a, ascoltato/a e compreso/a dal counselor? Sì? Come? No? Come?
  • Quali tema e bisogno sono stati al centro del tuo percorso?
  • Se dovessi dare un valore al tuo benessere all’inizio: da 1 a 10?
  • Descrivi, con una o più parole, l'emozione che provavi all'inizio del primo incontro.
  • Quali pensieri ricorrenti, schemi limitanti, credenze e convinzioni sono emerse e hai trasformato?
  • Quali nuove consapevolezze hai sviluppato?
  • Quali risorse hai organizzato e mobilitato al servizio della tua crescita?
  • Descrivi, con una o più parole, l'emozione che provi ora, al termine del tuo percorso.
  • Quali azioni nuove scegli ora più coerenti con il tuo obiettivo?
  • Regista e protagonista di una nuova narrazione: descrivi la tua esperienza di cambiamento e maggiore benessere
  • Se dovessi dare un valore al tuo benessere alla fine del percorso: da 1 a 10?
  • Raccomanderesti questa esperienza ad altri? Sì? Per quale motivo? No? Per quale motivo?

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Definizione di sessualità


"La sessualità è un concetto esteso […]. È una parte naturale dello sviluppo umano in ogni fase della vita e include componenti fisiche, psicologiche e sociali […]. La sessualità è un aspetto centrale dell’essere umano lungo tutto l’arco della vita e comprende il sesso, l’identità e i ruoli di genere, l’orientamento sessuale, l’erotismo, il piacere, l’intimità e la riproduzione. La sessualità viene sperimentata ed espressa in pensieri, fantasie, desideri, convinzioni, atteggiamenti, valori, comportamenti, pratiche, ruoli e relazioni. Sebbene la sessualità possa includere tutte queste dimensioni, non tutte sono sempre esperite ed espresse. La sessualità è interessata dall’interazione di fattori biologici, psicologici, sociali, economici, politici, etici, giuridici, storici, religiosi e spirituali.”

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Diritto alla sessualità


"Tutti gli esseri umani hanno la facoltà di vivere la propria sessualità in maniera appagante, libera da coercizioni, discriminazioni o violenza. I diritti sessuali si basano sui principi fondamentali dei diritti umani internazionalmente definiti, sono parte integrante delle convenzioni dell’ONU che hanno carattere vincolante.”

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Origine della sessuologia scientifica


Lo studio della sessuologia scientifica è un ambito di ricerca recentissimo che risale alla metà del 1900. Fa capo gli studi rivoluzionari di Masters e Jonson, i primi ad interessarsi scientificamente la sessualità cercando di superare la teoria e la clinica freudiana che intendeva i disturbi sessuali espressione di uno sviluppo psicosessuale problematico.

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dall'articolo 10


Il diritto all’istruzione e il diritto ad una educazione sessuale approfondita ed esauriente: “Ogni individuo ha il diritto all’istruzione ed il diritto ad una educazione sessuale completa. L’educazione sessuale deve essere appropriata all’età, scientificamente accurata, culturalmente adeguata e basata sui diritti umani, sull’uguaglianza di genere e su un approccio positivo alla sessualità.”

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riferimento bibliografico esteso


Tutu, D. (2004), God has a dream. A vision of hope for our time, Doubleday, NY.

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riferimento bibliografico esteso


Mokgoro, Y. (1998), Ubuntu and the law in South Africa. Buffalo Human Rights Law Review, 15, 1–6.

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