3/2025 Fil rouge

Biomimicry. Come Natura insegna.
di Alessandra Cosso

Editoriale

Biomimicry. Come Natura insegna. di Alessandra Cosso

“La natura non è un luogo, ma un organismo vivente, e noi come specie ne facciamo parte.
Sembra una piccola cosa da comprendere, ma è fondamentale per ripensarci nel qui e ora. […]
La natura è un insieme di vite interconnesse, non uno slogan per rilanciare l’economia in crisi.
Di fatto, in base a come abitiamo e abiteremo l’ambiente, e a come sapremo narrare e costruire
nuovi modi di abitare, potremo riuscire a cambiare il mondo”.
Andrea Staid (2022), Essere Natura, UTET Milano

Noi siamo Natura. Eppure.

L’Antropocene è arrivato forse al culmine della sua espressione nel 2020, nel momento in cui la pandemia raggelava i movimenti della nostra specie in tutto il pianeta. La massa antropogenica, ovvero tutte le cose create da noi umani, è stata misurata e pesata da uno studio pubblicato in quell’anno (Elhacham, E. et al., 2020) e il risultato è impressionante: il peso delle “cose umane” ha superato quello della biomassa, ovvero la massa complessiva degli esseri viventi sulla terra. Noi Sapiens, che contribuiamo solo per lo 0,01% alla biomassa globale e pesiamo meno dei batteri, abbiamo riempito il mondo di 1,2 teratonnellate di cose. Questa è l’impronta schiacciante dell’Antropocene.
Con queste, agghiaccianti, informazioni Telmo Pievani inizia il suo saggio La Natura è più grande di noi (Pievani, 2022).

Naturalmente tutto questo non è avvenuto in modo indolore: la devastazione della biodiversità che ha comportato questo processo è strettamente connessa al riscaldamento globale, alla conseguente insicurezza climatica e a tutto ciò che ne discende: instabilità, migranti ambientali, conflitti… Viviamo tempi difficili. Questo numero di Evoluzioni indaga questi temi e come lo sguardo del counseling possa promuovere nuovi modelli esistenziali che aiutino a gestirne le conseguenze e a limitare forse un pochino i danni. Facendoci ispirare, il più delle volte, dalla Natura stessa.

Che l’intelligenza della Natura possa insegnarci, letteralmente, a vivere è convinzione di molte e molti studiosi che hanno approfondito l’osservazione delle intelligenze “altre” da quella umana. Come quella degli stormi degli uccelli o dei banchi di pesci in grado di muoversi con grande rapidità come fossero un unico organismo (Miller, 2007), o quella del Wood Wide Web, la rete fungina di connessioni nascoste nel terreno di un bosco che garantisce le comunicazioni (Simard, 2023), lo scambio di nutrimento e il mutuo supporto degli alberi che lo abitano. Da questo tipo di osservazioni nasce una disciplina come la Biomimesi, o Biomimicry, in inglese, una disciplina emergente che ricerca e studia le idee migliori della Natura, dei sistemi viventi, in termini di forme, processi e sistemi e le imita con l’obbiettivo di risolvere le sfide della nostra civiltà per un vivere più sostenibile (Benyus, 2011). L’idea centrale è che la Natura, creativa e innovativa per necessità, abbia già risolto molti dei problemi con cui siamo alle prese oggi. Animali, piante e microbi sono ingegneri provetti. Hanno già sperimentato e selezionato ciò che funziona, ciò che è appropriato, e, cosa più importante, ciò che dura qui sul nostro pianeta. Dopo 3.8 miliardi di anni di ricerca e sviluppo, ciò che non ha funzionato è fossile, mentre ciò che ci circonda cela le migliori strategie di adattamento e sopravvivenza.

E di nuove strategie abbiamo disperatamente bisogno. Perché quella climatica, ci ha spiegato Anna Castiglione, ricercatrice al Dipartimento di Psicologia dell’Università di Trento, si intreccia un po’ con tutte le crisi di questo periodo storico. E se scaviamo per andare alla radice di questa congiuntura da lei e da altri definita “intersezionale” troviamo uno sguardo, una postura esistenziale, che ha caratterizzato la nostra specie (almeno in Occidente) negli ultimi secoli: l’antropocentrismo, appunto. L’uomo (per lo più europeo, maschio, di pelle chiara, eterosessuale ecc. ecc.) si è arrogato il compito di considerare la natura una proprietà al servizio della propria crescita, del proprio sviluppo infinito. Da qui le pratiche di economia estrattiva che ancora vengono insegnate come “naturali” dagli economisti neoliberisti  anche se è sempre più evidente che sono disfuzionali al processo evolutivo virtuoso della nostra specie (e, in ultimo alla sopravvivenza del pianeta che la ospita). E tutto deriva da uno sguardo: se la natura è vista come qualcosa di separato da noi animali umani, diventa una merce o qualcosa da dominare oppure oggetto di trasformazione tecnologica. È questo il modo di vedere che ci ha portati dritto nell’Antropocene, come spiega bene l’antropologo Andrea Staid (2022).

Per entrare nel tema di questo numero vi consiglio quindi di partire dall’intervista a Castiglione, la trovate in Approfondimenti. La ricercatrice ha una laurea in neuroscienze cognitive, un master in psicologia sperimentale presso l’Università della California, e uno in fisica atmosferica all’Università di Trento, dove studia l’ansia climatica e i modi per contenerla. Tra le altre cose ci ha parlato della solastalgia, la nostalgia verso i luoghi a noi cari per come erano un tempo, rispetto a come si sono trasformati oggi a causa del cambiamento climatico. Auspica che i counselor possano avere una preparazione specifica per gestire questo tipo di disagio e altre manifestazioni dell’ansia climatica (e sono tante) che non richiedono un intervento clinico.

Del resto, i dati della ricerca australiana del 2024 che trovate in Counseling nel mondo sono chiari: partendo da un sondaggio su un campione di popolazione, esplora il rapporto esistente tra il grado di connessione – scarso, moderato o alto – con la natura e la percezione dei problemi ambientali. Il counseling davvero propone uno sguardo diverso su questi temi, e ripristinare il nostro contatto con la natura ha esiti benefici sul nostro equilibrio psicofisico. Ne è convinta da anni Marcella Danon che ha teorizzato e insegna l’EcoCounseling, nato dall’incontro tra Counseling umanistico-esistenziale ed Ecopsicologia, e comporta il coinvolgimento della Natura, che diventa una sorta di co-counselor, in setting sia outdoor che indoor. Nel suo articolo troverete i dettagli del suo approccio.
Le fa eco Rosalba Colangelo, counselor a indirizzo energetico spirituale a mediazione corporea, specializzata in Ecotuning. L’abbiamo intervistata in Vita da counselor: la natura, spiega, ci offre una modalità delicata per farsi conoscere, aiutandoci a entrare meglio in relazione con noi stessi.
Infine la Biofilia, cui ci introduce l’intervista a Rita White, psicologa ambientale e docente universitaria, è l’innata affinità che l’essere umano ha con la natura, una necessità biologica e psicologica che incide profondamente sulla qualità della vita e che è geneticamente presente in tutti noi. Si tratta di un principio chiave per superare la visione antropocentrica e riconnetterci con l’ambiente naturale.

La sezione Oltre il Giardino come sempre ci accompagna ad approfondire il tema del numero. Questa volta lo fa con il pensiero di Stefano Mancuso sull’intelligenza della vita e delle piante, da cui dovremmo prendere esempio, e con approcci come Olonomia e Servant leadership, che offrono nuove chiavi interpretative per rileggere le organizzazioni come sistemi viventi. Un’idea simile ci viene presentata nell’articolo di Ilaria Massocco, che definisce l’organizzazione come un ecosistema naturale in cui tutto è connesso: le persone, i team, i ruoli, i processi, le emozioni, i valori, le energie… non ci sono confini netti tra ciò che è individuale e ciò che è collettivo e in questo sistema interdipendente: le dimensioni personali, relazionali e organizzative si muovono in un flusso continuo di influenze reciproche. Interdipendenza è anche una de Le parole del counseling, insieme a resilienza, biodiversità ed ecologia. Come sempre abbiamo esplorato il significato di questi concetti alla luce dello sguardo che ci offre la nostra professione.

Non mancano anche in questo numero testi che ci parlano di integrazione tra approcci ed ecosistemi diversi, come quello di Michela Roccatello che ci parla del counseling di gruppo utilizzato per migliorare le dinamiche relazionali in un’équipe multidisciplinare in una comunità psichiatrica residenziale: psicologi, psicoterapeuti e psichiatri si sono messi in gioco in un percorso che ha unito teoria ed esperienza pratica. Silvia Macelloni, medico veterinario e counselor, ci accompagna invece a esaminare da vicino le relazioni che instauriamo con gli animali da compagnia, mentre Nadia Panigada ci parla del progetto әmpowerment: un percorso integrato di sport, coaching e counseling, che riconosce l’importanza di integrare corpo, mente ed emozioni per favorire l’autonomia, la resilienza e l’autostima della persona LGBTQ+.

In Dialoghi, l’intervista a Saverio Mecca, architetto e professore emerito di Produzione e gestione dell’ambiente costruito dell’Università degli Studi di Firenze e assessore alla transizione ecologica del Comune di Scandicci, ci porta a contatto con il concetto di prossimità, intesa come accessibilità fisica e sociale a risorse, persone e servizi che permetta una maggiore capacità di creare reti di supporto sociale, la chiave per il benessere individuale e collettivo. In questo senso immaginare un counseling orientato alla prossimità e alla sostenibilità può promuovere una maggiore connessione tra le persone e i luoghi, rafforzando la consapevolezza dell’importanza della biodiversità, della qualità ambientale e della costruzione di legami sociali solidi per una città più vivibile e armoniosa.

Per farlo è necessario attivare una forma mentale diversa, però. Come quella promossa da Intelligens. Natural. Artificial. Collective, la Biennale Architettura 2025 curata da Carlo Ratti, che espone le esperienze e i progetti che superano la strategia della mitigazione, volta a ridurre il nostro impatto sul clima, e si rivolgono a quella dell’adattamento, per ripensare completamente il modo di stare e operare in vista di un mondo profondamente mutato. Su questo stesso tema, segnaliamo Da clima a fondo, un podcast oggetto di un’altra delle Ispirazioni di questo numero.

Per attuare un tale cambio di direzione, è necessario fare ricorso alle varie intelligenze menzionate nel titolo scelto da Ratti: quella naturale, quella artificiale e, soprattutto, quella collettiva. Ed è per questo che nella nostra nuova sezione di videointerviste, Viva Voce, troverete un intervento di Alessandra Benedetta Caporale, presidente di AssoCounseling  sul tema di questo numero. Tra le altre cose, ci ricorda che la biosinergia, più che la biodominanza, sappiamo essere la strada per uscire alla crisi.

L‘emulazione consapevole del genio della Natura, come si anticipa all’inizio di questo articolo, può quindi essere la strategia vincente per il nuovo passaggio evolutivo del genere umano, un possibile percorso per un futuro sostenibile in armonia con gli ecosistemi che ci circondano, ecosistemi dei quali siamo parte integrante e dai quali dipende la nostra sopravvivenza. Ma, per farlo, è necessario tornare ad appartenere, tornare a Essere Natura:

«[…] serve un approccio multi-specie alla drammatica crisi ambientale in corso. Non per antropomorfizzare piante e animali attribuendo loro improprie categorie umane, ma per decentrare il nostro punto di osservazione, e vederci come nodo minoritario di una “unica grande rete”, come scriveva Charles Darwin, cugini di ogni altra creatura sulla Terra, esperimento di vita e di intelligenza in mezzo ad altri. L’adiacente possibile della biodiversità ci insegna che non siamo indispensabili, che avremmo potuto benissimo non comparire sotto i cieli dell’evoluzione e che esistono innumerevoli modi di stare al mondo» (Pievani T., Lucy sui mondi, aprile 2025).

Anche su questo lo sguardo del counseling pensiamo possa dare un contributo.


Bibliografia

  • Benyus J. (2011), Biomimicry: Innovation Inspired by Nature, Harper Collins, New York
  • Miller P. (2007), Swarm Theory, “National Geographic Magazine”, luglio
  • Pievani T. (2022), La natura è più grande di noi, RCS Media Group, Milano
  • Pievani T. (2025), Il possibile adiacente, “Lucy sui mondi”, editoriale n. 1, 22 aprile
  • Simard S. (2023), L’albero madre. Alla scoperta del respiro e dell’intelligenza della foresta, Mondadori, Milano
  • Staid A. (2022), Essere Natura, UTET, Milano

 


Photo credit: La copertina è tratta da una fotografia che fa parte della collection Abbracciami di Carlo Ferrara (in basso il formato originale).
Con questo lavoro di ricerca, l’autore ha voluto esplorare il profondo legame che unisce l’uomo alla natura, concentrandosi in particolare sull’incanto e sul significato simbolico degli alberi, capaci di destare meraviglia e di accendere sogni e riflessioni. Presenti in molte culture come emblema della vita e del ciclo naturale, gli alberi incarnano una perfetta sintesi tra radicamento alla terra e tensione verso il cielo. Nel loro costante rinnovarsi attraverso le stagioni, nel loro silenzioso ritmo di crescita lento e paziente, trasmettono un messaggio universale e si rivelano all’uomo in bellezza, mistero e saggezza.

Carlo Ferrara è un autore emergente nel panorama italiano che da diversi anni sviluppa e consolida una cifra stilistica particolarmente singolare e fortemente riconoscibile: noto come portatore di una poetica profondamente surrealista, Ferrara si concentra più in generale sulla realizzazione di percorsi creativi anche in ambito concettuale e simbolico, dedicandosi con passione autentica ad attività volte alla sperimentazione, alla riscoperta della fotografia analogica e della camera oscura e alla realizzazione di un portfolio di ampio respiro, rispondendo di volta in volta alla sua originale urgenza creativa attraverso la ricerca sistematica di mezzi espressivi alternativi.

Carlo Ferrara è rappresentato artisticamente dall’agenzia fotografica GT Art Photo Agency di Milano, che ringraziamo per aver concesso l’utilizzo dell’immagine.

Alessandra Cosso

Supervisor Counselor e giornalista professionista. Si occupa delle connessioni tra narrazione, identità e cultura nelle organizzazioni, le indaga come consulente, le insegna come docente a UniPavia e alla SUPSI di Lugano. In Evoluzioni cura la direzione editoriale e scientifica.
Ha scritto Raccontarsela e qualche altra cosa ed è tutto in www.identistories.com

linguaggio disobbediente

Come tutte le norme, anche quelle linguistiche sono un artefatto politico, sociale, culturale. Quella del maschile sovraesteso è una regola linguistica che di recente l’Accademia della Crusca ha definito come non discriminante. Di fronte alle norme ci sono sempre due possibilità: obbedire o disobbedire. Questo articolo vuole essere un atto intenzionale di disobbedienza grammaticale che intende ribadire – proprio con le parole – la forza dirompente del linguaggio. Come tutte le dis-obbedienze, è dis-turbante e dis-ordinante, anche percettivamente per chi legge; eppure: considerate che ogni qualvolta la piccola "ə" genera un senso di fastidio, la forma di straniamento è analoga a quella vissuta da chi appartiene a una minoranza a cui una maggioranza – sociale, politica, linguistica e sessuale – impone, nel nome della regola, dell’estetica o della leggibilità, l’adeguamento come normale. E come l’obbedienza a un ordine continui ad essere una virtù.


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Jhumpa Lahiri

Jhumpa Lahiri è una scrittrice di fama mondiale, nota per le sue opere sull'esperienza degli immigrati, in particolare degli indiani orientali. Ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa con la sua prima raccolta di racconti, 'Interpreter of Maladies'. Nel suo libro bilingue 'In Other Words', originariamente scritto in italiano, Lahiri esplora il travagliato processo che ha affrontato per esprimersi in una nuova lingua.


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code-switching

Il code-switching, o commutazione di codice, è il passare fluidamente da una lingua a un’altra all’interno del discorso di uno stesso parlante. Può riflettere la volontà di esprimere un'identità culturale, di adattarsi a un gruppo sociale specifico, o semplicemente di utilizzare la lingua percepita più adatta per esprimere un particolare concetto o emozione.


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Counseling scolastico in Corea del Sud

Fonte: Sang Min Lee – Eunjoo Yang, “Counseling in South Korea”, in Counseling Around the World, a cura di Thomas Hohenshil, Norman Amundson, Spencer Niles, American Counseling Association, Alexandria VA (USA), 2013.


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L’esperienza del counseling in Turchia

Fonte: Fidan Korkut Owen and Oya Yerin Güneri, “Counseling in Turkey”, in Counseling Around the World, a cura di Thomas Hohenshil, Norman Amundson, Spencer Niles, American Counseling Association, Alexandria VA (USA), 2013.


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Pietra di inciampo


Stolpersteinen, in tedesco, pietre d’inciampo; ideate negli Anni 90 dall'artista tedesco Gunter Demnig per innestare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio.

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Comitato scientifico di AssoCounseling


Svolge varie funzioni di supporto e stimolo all’attività di ricerca, studio ed elaborazione dell’identità professionale.

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Il team


Nella quarta edizione appena conclusa Laura Torretta ha ricoperto il ruolo di referente nel direttivo e di project manager, affiancata dalla process owner Aidp Lombardia Daniela Tronconi. È in partenza la quinta edizione, con un passaggio di consegne al nuovo direttivo, in cui la nuova referente dell’iniziativa sarà Rossella Cardinale e la nuova project manager Elisabetta Maiocchi.

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Ringraziamento ai supervisori


Si ringraziano in particolare Pierpaolo Dutto, Manuela Giago, Silvia Ronzani, referenti per le tre scuole.

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Questionario di fine percorso


Per chi volesse avere evidenza del questionario somministrato a fine percorso ecco le domande proposte:

  • Avevi già effettuato un percorso di counseling?
  • Relativamente all’esperienza di counseling quale è il livello di gradimento complessivo?
  • Ti sei sentito/a accolto/a, ascoltato/a e compreso/a dal counselor? Sì? Come? No? Come?
  • Quali tema e bisogno sono stati al centro del tuo percorso?
  • Se dovessi dare un valore al tuo benessere all’inizio: da 1 a 10?
  • Descrivi, con una o più parole, l'emozione che provavi all'inizio del primo incontro.
  • Quali pensieri ricorrenti, schemi limitanti, credenze e convinzioni sono emerse e hai trasformato?
  • Quali nuove consapevolezze hai sviluppato?
  • Quali risorse hai organizzato e mobilitato al servizio della tua crescita?
  • Descrivi, con una o più parole, l'emozione che provi ora, al termine del tuo percorso.
  • Quali azioni nuove scegli ora più coerenti con il tuo obiettivo?
  • Regista e protagonista di una nuova narrazione: descrivi la tua esperienza di cambiamento e maggiore benessere
  • Se dovessi dare un valore al tuo benessere alla fine del percorso: da 1 a 10?
  • Raccomanderesti questa esperienza ad altri? Sì? Per quale motivo? No? Per quale motivo?

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Definizione di sessualità


"La sessualità è un concetto esteso […]. È una parte naturale dello sviluppo umano in ogni fase della vita e include componenti fisiche, psicologiche e sociali […]. La sessualità è un aspetto centrale dell’essere umano lungo tutto l’arco della vita e comprende il sesso, l’identità e i ruoli di genere, l’orientamento sessuale, l’erotismo, il piacere, l’intimità e la riproduzione. La sessualità viene sperimentata ed espressa in pensieri, fantasie, desideri, convinzioni, atteggiamenti, valori, comportamenti, pratiche, ruoli e relazioni. Sebbene la sessualità possa includere tutte queste dimensioni, non tutte sono sempre esperite ed espresse. La sessualità è interessata dall’interazione di fattori biologici, psicologici, sociali, economici, politici, etici, giuridici, storici, religiosi e spirituali.”

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Diritto alla sessualità


"Tutti gli esseri umani hanno la facoltà di vivere la propria sessualità in maniera appagante, libera da coercizioni, discriminazioni o violenza. I diritti sessuali si basano sui principi fondamentali dei diritti umani internazionalmente definiti, sono parte integrante delle convenzioni dell’ONU che hanno carattere vincolante.”

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Origine della sessuologia scientifica


Lo studio della sessuologia scientifica è un ambito di ricerca recentissimo che risale alla metà del 1900. Fa capo gli studi rivoluzionari di Masters e Jonson, i primi ad interessarsi scientificamente la sessualità cercando di superare la teoria e la clinica freudiana che intendeva i disturbi sessuali espressione di uno sviluppo psicosessuale problematico.

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dall'articolo 10


Il diritto all’istruzione e il diritto ad una educazione sessuale approfondita ed esauriente: “Ogni individuo ha il diritto all’istruzione ed il diritto ad una educazione sessuale completa. L’educazione sessuale deve essere appropriata all’età, scientificamente accurata, culturalmente adeguata e basata sui diritti umani, sull’uguaglianza di genere e su un approccio positivo alla sessualità.”

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riferimento bibliografico esteso


Tutu, D. (2004), God has a dream. A vision of hope for our time, Doubleday, NY.

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riferimento bibliografico esteso


Mokgoro, Y. (1998), Ubuntu and the law in South Africa. Buffalo Human Rights Law Review, 15, 1–6.

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