Fil rouge Numero 2/2024

Ubuntu. Noi siamo un dialogo col mondo
di Alessandra Cosso

Editoriale

Ubuntu. Noi siamo un dialogo col mondo di Alessandra Cosso

Chi sono io? È la domanda delle domande, quella da cui facciamo discendere la nostra identità, la percezione che abbiamo di noi, il nostro modo di stare al mondo. E se fosse quella sbagliata? Se ci perdessimo, così, un punto fondamentale? Non siamo mai sole e soli al mondo. Semmai ne facciamo parte. Letteralmente.

Ma chi sono io?
La risposta: sono la somma di tutto ciò che è accaduto prima di me,
di tutto ciò che mi si è visto fare, di tutto ciò che mi è stato fatto.
Sono ogni persona e ogni cosa il cui essere al mondo è stato toccato dal mio.
Sono tutto quello che accade dopo che me ne sono andato
e che non sarebbe accaduto se io non fossi venuto.
E ciò non mi rende particolarmente eccezionale; ogni “io”, ognuno di noi
che siamo ora più di seicento milioni, contiene una simile moltitudine.
Lo ripeto per l’ultima volta: se volete capirmi, dovrete inghiottire un mondo.
da I Figli della Mezzanotte di Salman Rushdie (2012)

Ecco, forse, come suggeriscono alcune fonti autorevoli (Mokgoro, 1998 e Tutu, 2004) interpellate dalla nostra redazione, non dovremmo cercare di trasferire il concetto filosofico di Ubuntu o Umunthu nella nostra lingua perché è distintivo della cultura e del punto di vista africano. Farlo nostro, insomma, sarebbe l’ennesima appropriazione culturale.

Ma come sottrarci, visto che il tema su cui abbiamo scelto di riflettere in questo secondo numero è quello dell’interdipendenza tra le persone, dei legami invisibili che collegano l’esistenza di tutti i viventi?

Questo concetto filosofico lo trovate spiegato in Oltre il Giardino, nell’articolo La rete di Indra dove si va ad esplorare il tema partendo dal buddismo, per arrivare a ricordarci che coltivare e accrescere una rete di relazioni feconda e generosa è “una competenza fondamentale per far prosperare le esperienze di vita quotidiana a scuola, nel lavoro e nelle comunità con cui ci interfacciamo”. Roba da counselor, potremmo dire.

Per cui, quando lo scorso giugno abbiamo incontrato Dominic Nsona, delegato del Malawi Association of Counselling (MAC) al convegno dell’International Association of Counselling (IAC) di Napoli, non abbiamo resistito e lo abbiamo intervistato. Ci ha spiegato Ubuntu come un’etica che vede nella lealtà delle relazioni reciproche l’elemento che tiene unite le persone, e che è sempre attraverso l’Ubuntu, come regola di vita basata sulla compassione e il rispetto degli altri, che il counseling agisce.
Mentre lavoravamo a questo numero, abbiamo pensato di riprendere il concetto, ma lasciando che ne fosse lui il portavoce in prima persona. Ecco cosa ha detto a Evoluzioni.

 

Tutto chiaro? Sì e no: in redazione è nata la discussione su come tradurre correttamente quello che Nsona dice nel video (c’è da dire che abbiamo una fornita schiera di counselor con elevate competenze linguistiche). Per darvi l’idea, ecco uno stralcio da uno scambio interno: “[…] la forma ngabantu in lingua zulu corrisponde al nostro complemento di causa o di mezzo, quindi ’tramite o a causa di altre persone’. Ancora una volta, il nesso è relazionale e non puramente ontologico. […] Ubuntu enfatizza l’interconnessione profonda e la dimensione etica: è attraverso il mio relazionarmi con te che tu acquisisci la tua umanità e viceversa io la mia tramite te”.

Paradossalmente, l’interdipendenza non sembra essere un concetto facile da condividere a parole. In sintesi, ecco cosa noi abbiamo compreso da Ubuntu. Noi siamo, esistiamo, solo in relazione all’altro da noi. L’identità, in altre parole, si costruisce attraverso un dialogo con l’altro in costante evoluzione.

Lo so, l’ho presa un po’ alla larga. Ma era per spiegare che è con questo sguardo puntato sulla complessità e ricchezza delle relazioni, quindi, che vi diamo il benvenuto dentro il secondo numero di Evoluzioni.

Il tema, del resto, era in qualche modo stato annunciato dai resoconti delle tre giornate del congresso IAC che si è tenuto a Napoli nel giugno 2024: è stata una bella occasione anche per noi di creare connessioni, tra cui quella con Dominic Nsona e molte altre che condivideremo prossimamente. Ma cominciamo a esplorare questo secondo numero: poiché non ci può essere connessione senza confronto, possiamo iniziare dalla sezione Dialoghi il nostro viaggio all’interno dei nuovi contenuti online.

Nell’intervista a Marco Girardello – socio della cooperativa bee.4 altre menti, che opera nel carcere di Bollate – e a Salvatore Torre – ergastolano detenuto da 33 anni – ci appare chiaro come la nostra professione possa davvero fare la differenza nel percorso di vita di una persona detenuta, creando uno spazio di ridefinizione identitaria che altrimenti le sarebbe negata. Le due testimonianze, tra l’altro, sono imprescindibili: l’una dà senso all’altra, in una interdipendenza valorizzante che regala potenza alle due voci.

Altri due articoli investigano invece l’interconnessione virtuosa tra contesti diversi: il dialogo con Corrado Celata, direttore del Servizio regionale supporto piani e programmi di promozione della salute di Regione Lombardia, dimostra come le connessioni tra politica, salute e counseling motivazionale possano facilitare i cambiamenti negli stili di vita a rischio dei cittadini. Con il caso di #SpazioCounselingPerTe, invece, viene raccontata da Laura Torretta l’iniziativa che si inscrive nel solco di una partnership tra AssoCounseling e Aidp (Associazione italiana per la direzione del personale), per portare il beneficio del counseling all’interno delle organizzazioni di lavoro. Anche in questo caso, si parla di connessioni generative, feconde.

E, sempre in tema di connessioni, cosa ci avvicina di più all’altro dell’intimità sessuale? Un articolo di Lisa Lattanzi ci introduce all’approccio su questo tema del counseling, che può aiutare le persone a raggiungere maggiore consapevolezza. Quella capacità di cui c’è grande necessità, dato che molte persone giungono da lei impreparate a gestire la complessità relazionale legata ai diversi livelli dell’intimità.

Una conferma viene anche dalle nuove generazioni: è la denuncia che fa il giovane artista Giovanni Romano (2003), tra coloro che esporranno a inizio novembre a Milano alla nuova edizione di Art is Young. È l’autore dell’opera che illustra la nostra copertina, dal titolo Leaf me Alone! e così la spiega: «Partendo dal mio corpo, indago la condizione di solitudine come risultato di una tendenza a meccanizzare la relazione intima e sessuale con l’altro, che è anche frutto di un’eredità generazionale. Ciò che cerchi nell’altro non è quello che pensi di volere».
Ci è sembrato importante dare spazio a questo sguardo, come memento del fatto che la capacità di connessione non è scontata: è necessario coltivarla, con consapevolezza e competenza, appunto.

Del resto, come spiega bene Giorgio Piccinino nel suo articolo, non siamo ancora nell’età dell’appartenenza, ma solo in quella della sopravvivenza, e propone una serie di interrogativi sull’evoluzione della natura degli esseri umani, che ha portato al prevalere della bellicosità rispetto alla connessione, alla vicinanza e all’amore.

Ma il momento in cui, forse, ci rendiamo più conto della potenza delle connessioni, è quando queste vengono a mancare. L’importanza del rito nella morte: spiritualità e counseling come sostegno, ci porta a esplorare una nuova dimensione del Grief Counseling: la valorizzazione di rituali personali come strumento ricco di simbologia e spiritualità per superare il lutto. La stessa spiritualità che ci permette la connessione con l’invisibile, come già suggerito dall’idea della rete di Indra citata all’inizio di questo editoriale.

Molte sono le suggestioni e gli stimoli che vi proponiamo in tutte altre sezioni: Vita da counselor raccoglie le testimonianze di Fabio Artigiani e, di nuovo, di Dominic Nsona – potevamo perderci la chance di chiedergli come si fa il counselor in Africa?
Le parole del counseling sono dedicate ovviamente al tema del numero, così come le tante segnalazioni di libri, mostre, film, raccolte in Ispirazioni.

Counseling nel mondo ci restituisce le mille forme che la nostra professione prende nei diversi Paesi, dai counselor della GenZ, ai chatbot usati nel counseling scolastico a Taiwan… Insomma, potete divertirvi a spaziare.
Una cosa avrete notato: grazie alle magiche connessioni della redazione, abbiamo una nuova arrivata, Romina Bagatin, che ha reso possibile a Evoluzioni offrire anche contenuti video. Benvenuta!

Ma non è ancora il tempo di salutarci, perché Evoluzioni continuerà a pubblicare articoli anche tra un’uscita e l’altra.

Ecco qualche anticipazione di quelli a cui stiamo lavorando: una video intervista a Christine Bhat, presidente della American counseling association; due conversazioni, una con Anna Castiglione, ricercatrice in Psicologia ambientale presso il Dipartimento di psicologia e scienze cognitive di UniTrento e una con Davide Mariotti, Assistant Professor of Counseling – Education & Educational Psychology Department alla Western Connecticut State University.

Insomma, rimanete in connessione!
Perché Ubuntu ngumuntu ngabantu: ognuno di noi è ciò che è, in virtù di ciò che insieme siamo.


Image credit: L’opera in copertina è un particolare di Leaf me alone! di Giovanni Romani (di seguito in versione integrale), 2022-2023. Foto-collage digitale e interventi pittorici con pastelli ad olio su carta, dimensione 240×90 cm.

Giovanni Armando Romani (2003) ha in origine lasciato traccia di sé nel disegno e nella pittura, ma nel suo percorso accademico e professionale ha spesso trovato nell’unione di più discipline la possibilità di una sinergia espressiva molto efficace. Il corpo come tramite rimane la fonte centrale dei suoi lavori e studi.
Mischia media diversi e sperimenta riprese di cortometraggi e videoarte.
Collabora con LuxAeterna, Eva Scarsella, e Ambra Castagnetti, l’esperienza con Romeo Castellucci ha dato spessore alla sua formazione come performer.

Questa opera ci è stata offerta da Art is Young nel segno di una partnership che ci permette di fare conoscere giovanissimi artisti. I primi di novembre si terrà la terza edizione della mostra organizzata da questa associazione (qui i dettagli).

 

Alessandra Cosso

Supervisor Counselor e giornalista professionista. Si occupa delle connessioni tra narrazione, identità e cultura nelle organizzazioni, le indaga come consulente, le insegna come docente a UniPavia e alla SUPSI di Lugano. In Evoluzioni cura la direzione editoriale e scientifica. Ha scritto Raccontarsela e qualche altra cosa, è tutto in www.identistories.com.

linguaggio disobbediente

Come tutte le norme, anche quelle linguistiche sono un artefatto politico, sociale, culturale. Quella del maschile sovraesteso è una regola linguistica che di recente l’Accademia della Crusca ha definito come non discriminante. Di fronte alle norme ci sono sempre due possibilità: obbedire o disobbedire. Questo articolo vuole essere un atto intenzionale di disobbedienza grammaticale che intende ribadire – proprio con le parole – la forza dirompente del linguaggio. Come tutte le dis-obbedienze, è dis-turbante e dis-ordinante, anche percettivamente per chi legge; eppure: considerate che ogni qualvolta la piccola "ə" genera un senso di fastidio, la forma di straniamento è analoga a quella vissuta da chi appartiene a una minoranza a cui una maggioranza – sociale, politica, linguistica e sessuale – impone, nel nome della regola, dell’estetica o della leggibilità, l’adeguamento come normale. E come l’obbedienza a un ordine continui ad essere una virtù.


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Jhumpa Lahiri

Jhumpa Lahiri è una scrittrice di fama mondiale, nota per le sue opere sull'esperienza degli immigrati, in particolare degli indiani orientali. Ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa con la sua prima raccolta di racconti, 'Interpreter of Maladies'. Nel suo libro bilingue 'In Other Words', originariamente scritto in italiano, Lahiri esplora il travagliato processo che ha affrontato per esprimersi in una nuova lingua.


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code-switching

Il code-switching, o commutazione di codice, è il passare fluidamente da una lingua a un’altra all’interno del discorso di uno stesso parlante. Può riflettere la volontà di esprimere un'identità culturale, di adattarsi a un gruppo sociale specifico, o semplicemente di utilizzare la lingua percepita più adatta per esprimere un particolare concetto o emozione.


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Counseling scolastico in Corea del Sud

Fonte: Sang Min Lee – Eunjoo Yang, “Counseling in South Korea”, in Counseling Around the World, a cura di Thomas Hohenshil, Norman Amundson, Spencer Niles, American Counseling Association, Alexandria VA (USA), 2013.


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L’esperienza del counseling in Turchia

Fonte: Fidan Korkut Owen and Oya Yerin Güneri, “Counseling in Turkey”, in Counseling Around the World, a cura di Thomas Hohenshil, Norman Amundson, Spencer Niles, American Counseling Association, Alexandria VA (USA), 2013.


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Pietra di inciampo


Stolpersteinen, in tedesco, pietre d’inciampo; ideate negli Anni 90 dall'artista tedesco Gunter Demnig per innestare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio.

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Comitato scientifico di AssoCounseling


Svolge varie funzioni di supporto e stimolo all’attività di ricerca, studio ed elaborazione dell’identità professionale.

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Il team


Nella quarta edizione appena conclusa Laura Torretta ha ricoperto il ruolo di referente nel direttivo e di project manager, affiancata dalla process owner Aidp Lombardia Daniela Tronconi. È in partenza la quinta edizione, con un passaggio di consegne al nuovo direttivo, in cui la nuova referente dell’iniziativa sarà Rossella Cardinale e la nuova project manager Elisabetta Maiocchi.

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Ringraziamento ai supervisori


Si ringraziano in particolare Pierpaolo Dutto, Manuela Giago, Silvia Ronzani, referenti per le tre scuole.

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Questionario di fine percorso


Per chi volesse avere evidenza del questionario somministrato a fine percorso ecco le domande proposte:

  • Avevi già effettuato un percorso di counseling?
  • Relativamente all’esperienza di counseling quale è il livello di gradimento complessivo?
  • Ti sei sentito/a accolto/a, ascoltato/a e compreso/a dal counselor? Sì? Come? No? Come?
  • Quali tema e bisogno sono stati al centro del tuo percorso?
  • Se dovessi dare un valore al tuo benessere all’inizio: da 1 a 10?
  • Descrivi, con una o più parole, l'emozione che provavi all'inizio del primo incontro.
  • Quali pensieri ricorrenti, schemi limitanti, credenze e convinzioni sono emerse e hai trasformato?
  • Quali nuove consapevolezze hai sviluppato?
  • Quali risorse hai organizzato e mobilitato al servizio della tua crescita?
  • Descrivi, con una o più parole, l'emozione che provi ora, al termine del tuo percorso.
  • Quali azioni nuove scegli ora più coerenti con il tuo obiettivo?
  • Regista e protagonista di una nuova narrazione: descrivi la tua esperienza di cambiamento e maggiore benessere
  • Se dovessi dare un valore al tuo benessere alla fine del percorso: da 1 a 10?
  • Raccomanderesti questa esperienza ad altri? Sì? Per quale motivo? No? Per quale motivo?

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Definizione di sessualità


"La sessualità è un concetto esteso […]. È una parte naturale dello sviluppo umano in ogni fase della vita e include componenti fisiche, psicologiche e sociali […]. La sessualità è un aspetto centrale dell’essere umano lungo tutto l’arco della vita e comprende il sesso, l’identità e i ruoli di genere, l’orientamento sessuale, l’erotismo, il piacere, l’intimità e la riproduzione. La sessualità viene sperimentata ed espressa in pensieri, fantasie, desideri, convinzioni, atteggiamenti, valori, comportamenti, pratiche, ruoli e relazioni. Sebbene la sessualità possa includere tutte queste dimensioni, non tutte sono sempre esperite ed espresse. La sessualità è interessata dall’interazione di fattori biologici, psicologici, sociali, economici, politici, etici, giuridici, storici, religiosi e spirituali.”

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Diritto alla sessualità


"Tutti gli esseri umani hanno la facoltà di vivere la propria sessualità in maniera appagante, libera da coercizioni, discriminazioni o violenza. I diritti sessuali si basano sui principi fondamentali dei diritti umani internazionalmente definiti, sono parte integrante delle convenzioni dell’ONU che hanno carattere vincolante.”

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Origine della sessuologia scientifica


Lo studio della sessuologia scientifica è un ambito di ricerca recentissimo che risale alla metà del 1900. Fa capo gli studi rivoluzionari di Masters e Jonson, i primi ad interessarsi scientificamente la sessualità cercando di superare la teoria e la clinica freudiana che intendeva i disturbi sessuali espressione di uno sviluppo psicosessuale problematico.

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dall'articolo 10


Il diritto all’istruzione e il diritto ad una educazione sessuale approfondita ed esauriente: “Ogni individuo ha il diritto all’istruzione ed il diritto ad una educazione sessuale completa. L’educazione sessuale deve essere appropriata all’età, scientificamente accurata, culturalmente adeguata e basata sui diritti umani, sull’uguaglianza di genere e su un approccio positivo alla sessualità.”

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riferimento bibliografico esteso


Tutu, D. (2004), God has a dream. A vision of hope for our time, Doubleday, NY.

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